8 genocidi che hanno macchiato per sempre la storia dell’umanità

Ripercorrendo la storia dei numerosi genocidi di cui è stata capace la razza umana, c’è da sorprendersi che nella scala della civiltà gli uomini possano considerarsi superiori agli altri animali.

Nel corso della storia del genere umano, in varie parti del globo, ci sono stati numerosi omicidi di massa e crimini contro l’umanità. Eventi drammatici e difficili anche solo da immaginare, che hanno sancito senza ombra di dubbio che l’uomo è la bestia più feroce del pianeta.

Prima di passare alla selezione dei peggiori genocidi e prima di tracciare una sintetica analisi del loro impatto sociale, politico ed economico, dobbiamo definire il termine genocidio. Secondo quanto suggellato dalle Nazioni Unite il genocidio è un intento deliberato di distruggere (in tutto o in parte) un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso.

Inoltre, la storia delle crudeltà umane ha fornito agli storici l’occasione per identificare 5 categorie di genocidio:

  • uccidere membri di un gruppo specifico;
  • infliggere gravi danni (mentali o fisici) a membri di un gruppo specifico;
  • tentare di provocare la distruzione fisica di gruppi specifici;
  • imporre misure specifiche volte a prevenire le nascite all’interno di un gruppo etnico o di un popolo;
  • trasferire forzatamente gruppi di persone in un’altra area come parte di un programma di ricollocazione o nel tentativo di assimilarli ad altri.

Ma per classificare i peggiori genocidi abbiamo scelto come criterio il bilancio delle vittime stimato, basandoci su stime accademiche accettabili. La lista non è purtroppo completa…

Genocidio del Darfur (vittime stimate: da 80.000 a 500.000 persone)

A partire dal febbraio 2003 la popolazione del Darfur, nel Sudan occidentale, fu sterminata dalle forze armate del governo e dai miliziani del Janjaweed che presero come scusa le precedenti guerre civili e i disordini sociali per provocare uno dei peggiori genocidi dell’era moderna. Tra le numerose tribù coinvolte nelle uccisioni di massa, le tribù Fur, Masalit e Zaghawa furono le principali vittime di questa carneficina.

Si stima che quasi 3 milioni di persone (compresi uomini, donne e bambini) abbiano subito sistematicamente percosse, stupri e torture. Tuttavia, questi numeri continuano a crescere man mano vengono alla luce nuove evidenze. Tutto ciò è avvenuto senza che le Nazioni Unite intervenissero, nel totale disinteresse della comunità internazionale.

Genocidio in Ruanda (vittime stimate: 800.000 persone)

Fu un omicidio di massa avvenuto durante la guerra civile ruandese nel 1994. Per un periodo di 100 giorni, membri della minoranza Tutsi furono sistematicamente massacrati da omicidi di massa per mano degli Hutu. Aiutati dal governo guidato dagli Hutu, dai funzionari di polizia e dai soldati, le milizie (usando fucili e machete) andarono di casa in casa alla ricerca di uomini, donne e bambini Tutsi, massacrando senza pietà chiunque incontrassero.

Sebbene le origini del genocidio furono originariamente attribuite all’assassinio del presidente ruandese, Juvenal Habyarimana, che gli Hutu falsamente sostenevano fosse stato assassinato dai Tutsi, le origini reali del conflitto possono essere ricondotte a decenni prima. Infatti, durante il dominio belga, il governo coloniale istituì una separazione tra Hutu e Tutsi, favorendo i Tutsi e collocandoli in ruoli di leadership all’interno del paese. La divisione sistematica portò ad un tremendo risentimento negli anni che seguirono, culminando in una tensione irrisolta che spinse gli Hutu al genocidio.

Genocidio armeno (vittime stimate: da 600.000 a 1,5 milioni di persone)

Il genocidio armeno si riferisce agli omicidi di massa e alla pulizia etnica avvenute tra il 1915 e il 1917. Unità paramilitari dell’Impero Ottomano e le forze ottomane effettuarono massacri sistematici di cristiani armeni, in seguito alla loro invasione del territorio russo e persiano durante la guerra. I leader ottomani giustificarono l’omicidio di massa di civili con la falsa convinzione che gli armeni facessero parte di una cospirazione per resistere e separarsi dal dominio ottomano.

Ai soldati ottomani fu ordinato di radunare tutti gli armeni (compresi uomini, donne e bambini) e di giustiziarli tramite plotone di esecuzione o di farli marciare in lunghe marce della morte attraverso il deserto siriano.

Ad oggi, il governo turco nega che il genocidio e la pulizia etnica siano mai avvenuti.

Genocidio in Circassia (vittime stimate: da 800.000 a 1,5 milioni di persone)

Per un periodo di quasi trent’anni (dal 1840 al 1870), un contingente di forze russe e cosacche condusse una brutale campagna per espellere e uccidere il popolo circasso dalla loro patria (nord del Caucaso) verso l’Impero Ottomano.

Anche Ubykh, Abkhaz, Arshtin, Osseti e Ceceni furono vittime nel genocidio, le cui origini sono in gran parte attribuibili alla guerra russo-circassa. In seguito alla conquista del Caucaso da parte delle forze russe, l’Impero Russo decise di deportare i nativi circassi per fare spazio ai russi di etnia russa che si trasferivano nella regione (coloni).

Genocidio in Bangladesh (vittime stimate: da 200.000 a 3 milioni di persone)

Fu un omicidio di massa avvenuto il 26 marzo 1971, in seguito all’Operazione Searchlight da parte del Pakistan occidentale. Era una repressione militare contro l’ala orientale del paese (ora conosciuta come Bangladesh), durante la quale i bengalesi furono violentati, torturati e uccisi sia dall’esercito pakistano che dalle milizie estremiste islamiche a causa della loro volontà di autodeterminazione e indipendenza.

La follia omicida durò circa 9 mesi e circa 8 milioni di indù fuggirono nella vicina India, mentre altri 30 milioni di persone rimasero sfollate all’interno del paese, senza casa né riparo. Per decenni il genocidio fu ufficialmente negato dal Pakistan e, secondo gli studiosi, la stragrande maggioranza delle persone che presero parte a questo spargimento di sangue sono ancora in libertà.

Genocidio cambogiano (vittime stimate: da 1,5 a 2 milioni di persone)

Nel tentativo di trasformare radicalmente la Cambogia in una repubblica agraria socialista, il dittatore Pol Pot e i suoi quadri dirigenti presero il controllo del paese attraverso una campagna di esecuzioni di massa, lavori forzati, torture e politiche della fame.

Le vittime degli omicidi furono principalmente cambogiani cinesi, musulmani e cambogiani vietnamiti. Il genocidio sarebbe probabilmente continuato negli anni ’80 se non fosse stato per l’invasione delle forze vietnamite, che portò alla rimozione dal potere dei Khmer Rossi.

L’Olocausto degli ebrei (vittime stimate: da 7 a 11 milioni di persone)

L’Olocausto, noto anche come Shoah, si riferisce al genocidio compiuto contro gli ebrei europei durante la Seconda Guerra Mondiale dalla Germania nazista. Originata dall’antisemitismo radicale di Adolf Hitler e del partito nazista, la persecuzione degli ebrei e dei cosiddetti elementi “indesiderabili” della Germania iniziò nei primi anni ’30. Nei dodici anni successivi, gli ebrei e altri gruppi minoritari furono sistematicamente imprigionati in campi di lavoro o di sterminio, dove furono picchiati, privati ​​del cibo, umiliati e infine uccisi.

L’Olocausto dei nativi americani (vittime stimate: da 55 a 100 milioni di persone)

Il più drammatico e sanguinoso genocidio della storia umana è quello avvenuto in America tra il XV secolo fino alla fine del XIX secolo. Fu opera dei colonizzatori europei che arrivando nel Nuovo Mondo eliminarono fisicamente in maniera violenta le popolazioni native.

Attraverso stermini deliberati, guerre, stragi, deportazioni, schiavitù, distruzione dell’habitat e malattie epidemiche, gli europei uccisero un numero di esseri umani difficile anche solo da immaginare (le stime inferiori parlano di 55 milioni di persone, quelle superiori di 100 milioni). Un genocidio che nella coscienza degli europei era giustificato dal fatto di ritenere inferiori le popolazioni dei territori colonizzati.

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