#VanLife (vivere in un Van), uno stile di vita tornato di moda

Attraverso i social media si sta facendo strada una nuova tendenza, la #VanLife, ovvero vivere in un furgone per viaggiare e stare in libertà.

Per un numero crescente di persone, sia giovani che vecchi, #VanLife è una scelta di vita che sta attirando una grande interesse. Per rendersene conto basta cercare su Instagram #VanLife, per ottenere oltre 5,6 milioni di risultati. Un numero che sembra destinato a crescere rapidamente.

Sempre più gente sta imparando a vivere in un furgone, scegliendo di rinunciare al vecchio stile di vita, fatto di un lavoro stressante e viaggi turistici programmati. Per qualcuno si tratta di una scelta part-time. Per altri, è qualcosa che vogliono provare ma sanno che non sarà per sempre. E per altri ancora, è una scelta di vita a tempo pieno.

Come è la vita di Van?

La vita di Van è esattamente come sembra. Una vita in un furgone piuttosto che in una casa tradizionale. Se consideri un furgone la tua casa, che sia per il fine settimana o per un lungo viaggio, stai vivendo la tua #VanLife.

Il fenomeno, non è certo qualcosa di nuovo. A Woodstock, nel 1969, i furgoni hippie della Volkswagen hanno fatto la loro comparsa e sono diventati, oltre che una scelta di vita, anche un simbolo dell’anti-consumismo.

Più recentemente, nel 2012, è nato l’hashtag #VanLife, quando un certo Foster Huntington, ex dipendente di un’azienda americana, ha rinunciato al suo lauto stipendio e ad una vita normale per vivere in un furgone a tempo pieno, documentando le sue avventure su Instagram.

Ci sono molti motivi che hanno reso la #VanLife così popolare. Primi tra tutti il fascino e il glamour associati con il viaggio e una vita più vicina alla natura.

Non tutto è bello come sembra

Ma vivere in un Van, oltre all’aspetto romantico e avventuroso, comporta anche alcuni problemi pratici che solo chi ha avuto esperienze del genere può conoscere. Innanzitutto, una serie di costi, come quelli di manutenzione del furgone, dei pneumatici o del soccorso stradale quando qualcosa va storto.

Ci sono poi le difficoltà nel rinnovare le carte del veicolo (assicurazione, bollo e revisione) senza avere un indirizzo fisico.

Inoltre, non è sempre facile fare una doccia e, per questo, molti scelgono di abbonarsi a qualche palestra per potere usufruire di docce e servizi. Stessa cosa per l’accesso a internet, che molti cercano di risolvere con un caffè da McDonald o da Starbucks.

Ma una delle principali preoccupazioni di chi vive in Van è trovare un posto sicuro dove dormire, sia per la sicurezza personale che per la sicurezza degli oggetti che si trovano sul furgone.

La differenza tra #VanLife e vita in camper

Ma quali sono le differenze tra camper e Van? Come noto, i camper tendono ad essere più grandi e più lussuosi. Cose come docce e servizi igienici sono in genere standard nei camper, ma non sono quasi mai disponibili nei Van.

I Van sono inoltre meno spaziosi, anche se consentono una maggiore comodità di viaggio. Tendono ad essere più piccoli, quindi lo spazio è più limitato. Ciò significa che sono anche un po’ più economici per quanto riguarda i consumi e sono più facili da parcheggiare nelle aree metropolitane.

Uno stili di vita fuori dai canoni comuni

La priorità per le persone che amano la #VanLife sembra essere quella di concentrarsi su ciò che serve davvero per vivere una vita felice ed equilibrata. Il Van è un modo per supportare questa scelta.

Si è creata molta cultura a riguardo, soprattutto grazie alla divulgazione sui social media, con blog, riviste e libri che trattano ampiamente l’argomento. Ma la frenesia con cui i social media trattano la #VanLife potrebbe trarre in inganno qualcuno, inconsapevole del fatto che molte aziende sono fortemente interessate a sviluppare il settore, con sponsorizzazioni e promozioni per riuscire a vendere furgoni e ogni genere di accessorio per la vita in Van.

Insomma, #VanLife può essere un’esperienza meravigliosa per alcuni ma… non è per tutti.

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