Tassa extra profitti UE: i soldi di Exxon e Chevron lasciano l’Europa

Exxon e Chevron si concentreranno sugli investimenti negli Stati Uniti in risposta alla tassa sugli extra profitti di Bruxelles, mentre altre società energetiche stanno seguendo lo stesso esempio.

La nuova tassa di Bruxelles sui colossi dell’energia e sui loro guadagni, la cosiddetta tassa sugli extraprofitti, sta producendo i primi effetti. Le major petrolifere statunitensi Exxon Mobil e Chevron hanno deciso che nel 2023 i loro investimenti si allontaneranno dall’Unione Europea (UE) e si concentreranno su progetti più vicini a casa.

Exxon, una delle più grandi compagnie petrolifere e del gas quotate in borsa al mondo, non ha mai nascosto la sua disapprovazione verso la nuova tassa europea che colpisce i gruppi petroliferi. Secondo Exxon, i funzionari di Bruxelles hanno abusato della loro autorità legale imponendo questa nuova tassa e sta intraprendendo un’azione legale contro la UE.

Per l’economia europea Exxon è sempre stato un investitore di primo piano. Negli ultimi 10 anni ha investito 3 miliardi di dollari in raffinerie ma, da quest’anno, assisteremo ad una retromarcia che allontanerà dal nostro continente gli interessi di questo colosso del petrolio e del gas.

Anche Chevron ha avvertito che tassare la produzione di petrolio porterà alla riduzione delle forniture energetiche e degli investimenti.

Dove vanno i soldi di Exxon e Chevron che lasciano la UE?

Mentre Exxon ha dichiarato che i suoi guadagni dovrebbe raddoppiare entro il 2027 rispetto al 2019 grazie agli investimenti in progetti ad alto rendimento e basso costo di fornitura, i soldi che prima erano destinati all’Europa finiranno soprattutto negli Stati Uniti.

Oltre il 70% degli investimenti sarà impiegato in sviluppi strategici nel bacino del Permiano (Stati Uniti), in Guyana, in Brasile e in progetti di GNL in tutto il mondo. Entro il 2027, si prevede che la produzione upstream aumenterà di 500.000 barili di petrolio equivalente al giorno fino a 4,2 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno, con oltre il 50% del totale proveniente da queste nuove aree chiave.

Anche Chevron ha dichiarato che concentrerà i suoi investimenti nel bacino del Permiano. Il gruppo ha affermato che investirà anche in progetti nel Golfo del Messico e nelle sue infrastrutture petrolchimiche sulla costa del Golfo degli Stati Uniti.

Altre compagnie petrolifere e del gas si ritirano dall’Europa

Chevron ed Exxon non sono le uniche a riconsiderare i propri investimenti in Europa.

Anche la società energetica francese TotalEnergies ha recentemente annunciato che ridurrà del 25% i suoi investimenti nei progetti di petrolio e gas nel Regno Unito nel 2023. Stessa cosa per Shell, che sta rivedendo i suoi piani alla luce della tassa decisa dalla UE. Tuttavia gli esperti prevedono che altre società seguiranno l’esempio.

Nel bel mezzo di una crisi energetica strutturale e drammatica, che sembra destinata a durare a lungo, la decisione di tassare pesantemente proprio le società energetiche che si trovano sul nostro territorio non porterà a nulla di buono per l’economia europea. D’altronde, le politiche fiscali dei burocrati di Bruxelles sembrano ispirate più da vecchi schemi politici che non da un sano realismo economico.

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