La Cina è il primo importatore di petrolio del mondo
Nonostante il rallentamento dell’economia cinese, le importazioni di petrolio greggio continuano ad aumentare per soddisfare l’insaziabile fame di energia del gigante asiatico.
Nonostante il rallentamento dell’economia cinese, le importazioni di petrolio greggio continuano ad aumentare per soddisfare l’insaziabile fame di energia del gigante asiatico.
Per conoscere il destino dei prezzi del petrolio e di tutte le altre materie prime, basta attendere la prossima riunione dell’OPEC che si preannuncia ricca di colpi di scena. Ecco cosa sta bollendo in pentola…
Dopo anni di quotazioni record, come molte altre materie prime, il mercato del petrolio è faticosamente alla ricerca di un nuovo equilibrio, il cui baricentro si sta irrimediabilmente spostando dalla penisola arabica al Nord America.
Come tutti gli anni, l’attenzione degli operatori sul mercato delle materie prime è concentrata sulle previsioni delle commodities per il nuovo anno. Una raccolta delle previsioni dei più importanti analisti internazionali per l’oro, l’argento, i diamanti, il petrolio, il ferro, l’alluminio, lo zinco, la grafite e il rame.
Una panoramica sugli eventi più importanti del 2014 sul mercato internazionale delle materie prime (commodities).
Dove arriveranno i prezzi del petrolio nel 2015? Dopo la rovinosa discesa di quest’anno le aspettative per il nuovo anno non sono improntate all’ottimismo.
Quali conseguenze avranno le disgrazie del petrolio sul mercato delle materie prime e del rame in particolare?
Tempi difficili per i produttori di petrolio: l’eccesso di produzione e la debole domanda condannano i prezzi del petrolio ad una violenta discesa.
Sul mercato petrolifero internazionale i segnali del rallentamento dell’economia globale non si fanno attendere e le quotazioni del petrolio toccano i minimi degli ultimi due anni.
Un recente studio di una delle più autorevoli riviste scientifiche evidenzia che l’estrazione di gas e petrolio tramite la tecnologia della fratturazione idraulica, potrebbe innescare effetti geologici non controllabili. I frequenti terremoti che si verificano in Oklahoma ne sarebbero la prova.
I prezzi di oro e argento continuano a indebolirsi, così come quelli del rame. Soltanto il petrolio si rafforza e spera in un aumento della domanda in Europa.
La Cina mostra i muscoli nel Mare Cinese Orientale alle spese del Vietnam, riaccendendo una disputa che dura da secoli.
Se, come sembra, l’Unione Europea applicherà le sanzioni economiche alla Russia, saranno guai seri per tutto il mercato dei diamanti di Anversa.
Ai tempi della Guerra Fredda, quando la Russia faceva parte dell’Unione Sovietica, il potere dell’impero sovietico nel mondo si fondava su un imponente arsenale militare, costituito anche da ordigni nucleari.
I tempi sono cambiati ma il potere della Russia sul resto del mondo non è tramontato. Il potente arsenale nucleare è in disuso ma è rimasto un altro arsenale assai più importante: quello delle immense risorse naturali del paese.
Grazie a una classe dirigente maggiormente consapevole del valore di un simile patrimonio, la Russia gioca tutte le partite geopolitiche del nuovo secolo sempre con molti jolly in mano: petrolio, oro, platino, uranio, diamanti, terre rare o gas naturale.
La raccolta di articoli che proponiamo danno una sintetica panoramica della vera fonte del potere russo: le materie prime.
Gli ultimi disastri ambientali provocati dalla fuoriuscita di petrolio, ci ricordano che la sicurezza energica è strategica ma la sicurezza ambientale è altrettanto importante.
Il braccio di ferro tra Stati Uniti e Russia sulla questione dell’Ucraina, avrà esiti imprevedibili su tutto il mercato petrolifero mondiale.
Segnali negativi dal mercato del petrolio che non aiutano le aspettative di crescita dei prezzi per molte materie prime, soprattutto quelle industriali.
La rivoluzione energetica che ha avuto luogo negli Stati Uniti, grazie all’impiego di nuove tecnologie estrattive, ha cambiato profondamente gli equilibri petroliferi mondiali, emarginando ulteriormente i paesi senza risorse energetiche o senza tecnologie.
Il paese latinoamericano, con una fama compromessa dalle violenze e dal traffico di droga, ha da qualche anno voltato pagina. I primi ad accorgersene sono stati i grossi gruppi di investimento legati al gas ed al petrolio.
Per il prossimo anno la domanda mondiale di petrolio è in ripresa, ma i prezzi potrebbero indebolirsi.
Crescenti ritrovamenti petroliferi e di gas naturale nella zona occidentale del nord Africa, stanno lentamente spostando il baricentro energetico mondiale verso questa zona.
Dal mercato petrolifero arrivano segnali preoccupanti per la maggior parte delle materie prime. Molti investitori stanno pensando a come correre ai ripari.
La maggior parte del petrolio mondiale è concentrato nelle mani di poche, grandi e potenti società che Enrico Mattei chiamava le “sette sorelle”. Ecco la situazione al 2012.
Più la ripresa economica si allontana e maggiori sono le preoccupazioni degli investitori, alla ricerca di un porto sicuro.
L’industria petrolifera mondiale dipende sempre di più dal petrolio estratto negli oceani e grazie alle nuove tecniche estrattive può raggiungere profondità sempre maggiori.
Grazie al fracking, o fratturazione idraulica, la bolletta energetica dei consumatori americani si è drasticamente ridotta.
I limiti imposti alle emissioni di gas serra e le garanzie finanziarie sui giacimenti di idrocarburi, potrebbero mettere a rischio l’intera economia mondiale.
Continua la corsa della valuta americana, che non mostra alcun segnale di voler rallentare nei prossimi mesi.
Le materie prime, beni reali e concreti, indispensabili all’economia reale, offrono opportunità di investimento anche ai comuni risparmiatori.
Il Venezuela vanta il 18% delle riserve di petrolio del mondo e dopo la morte di Chavez molti si domandano cosa cambierà nelle politiche energetiche del paese e quindi nel mercato internazionale dell’oro nero.