Ieri il petrolio greggio (WTI) ha perso l’1,39% del suo valore a causa dei timori di un rallentamento economico in Cina e dell’aumento delle scorte di greggio americane, infrangendo la soglia psicologica dei 100 dollari al barile.
I deboli dati commerciali cinesi alimentano molti timori sul rallentamento nel secondo più grande consumatore di petrolio al mondo, mentre l’aumento di 1,4 milioni di barili delle scorte negli Stati Uniti evidenzia un rallentamento delle domanda.
Perciò molti traders pensano che nel breve termine le posizioni al ribasso saranno quelle che daranno maggiori profitti, ma anche nel medio termine molti di loro si sono dichiarati ribassisti.
Secondo gli analisti tecnici, esistono molti segnali che arrivano dai grafici che fanno pensare a prezzi destinati a raggiungere rapidamente i 95 dollari al barile.
Poiché il petrolio influenza l’andamento delle borse di tutto il mondo, costituendo il motore dell’economia globale, è probabilmente la materia prima più seguita dagli investitori.
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