Quando noi italiani parliamo di educazione e del futuro dei nostri bambini siamo molto bravi a fare bellissimi discorsi. Probabilmente, ci accontentiamo di parlarci addosso…
Ma la realtà è ben diversa da quello che diciamo.
Quando pensiamo all’educazione e all’istruzione, quello che ci interessa sono soltanto i nostri figli, come se fosse possibile avere un sistema educativo solo per loro. Abbiamo l’illusione che i nostri figli avranno un’istruzione ottima, anche in un paese di ignoranti. Per loro sceglieremo la scuola migliore e, se le scuole che frequentano tutti gli altri bambini sono allo sfascio, pazienza… non è un nostro problema. Così, alla prova dei fatti, l’ultima cosa che chiediamo ai nostri politici è di investire in istruzione. E i risultati si vedono!
Forse, questo nostro modo di pensare è l’effetto deleterio di quella che è stata la nostra educazione, visto che incarniamo il pensiero che era anche dei nostri padri: meglio una pensione o un sussidio oggi che un cittadino istruito domani.
Purtroppo, i risultati di tanta mancanza di lungimiranza sono sotto gli occhi di tutti.
Prendiamo, per esempio, il Program for International Student Assessment (PISA) condotto dall’OCSE, che fotografa lo stato dei sistemi educativi mondiali. Vediamo la classifica dei primi 15 paesi che emerge dall’ultima edizione (2018) per le competenze in matematica e scienza.
Classifica PISA (2018) dei paesi OCSE
Cina
2Singapore
3Estonia
4Giappone
5Sud Corea
Canada
7Finlandia
8Polonia
9Irlanda
10Regno Unito
Slovenia
12Nuova Zelanda
13Svezia
14Olanda
15Danimarca
Sapete dove si colloca l’Italia? In trentesima posizione, dietro alla Russia e appena prima dell’Ungheria.
Evidentemente, in Italia, non è per nulla chiaro che i lavori di domani dipenderanno fortemente da una buona conoscenza delle materie STEM (Science, Technology, Engineering, and Mathematics), poiché aumenterà la domanda di persone che possano colmare il divario tra uomo e macchina.
Scompariranno 85 milioni di vecchi posti di lavoro, ma…
Secondo il rapporto Future of Jobs 2020 del World Economic Forum, entro il 2025, l’automazione farà scomparire 85 milioni di posti di lavoro nel mondo, mentre potrebbero emergere 97 milioni di nuovi lavori per equilibrare il rapporto tra uomini, macchine e algoritmi.
Analisti di dati e scienziati, specialisti di intelligenza artificiale e apprendimento automatico, ingegneri di robotica, etc. etc. Questi saranno le figure professionali più ricercate. Saranno le competenze, non il pezzo di carta della laurea, ad assicurare il lavoro in un futuro molto vicino.
Oltre all’apprendimento della matematica e delle scienze, saranno cruciali anche resilienza, apprendimento attivo, creatività, pensiero analitico e capacità di risolvere problemi.
Nel mondo digitale non c’è lavoro per gli ignoranti
Il nuovo mondo digitale e globalizzato è un posto perfetto per vivere per chi ha le giuste conoscenze e competenze. Al contrario, chi non è sufficientemente preparato, andrà verso un lavoro vulnerabile e insicuro, oltre che ad una vita con poche prospettive.
I destino dei bambini italiani sembra tristemente segnato se i loro genitori non decideranno da subito che è ora di riformare profondamente la nostra società, mettendo al primo posto l’istruzione e l’educazione.
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