A sorpresa i prezzi del ferro continuano a crescere

I prezzi del ferro sono quasi raddoppiati nell’ultimo trimestre. Siamo forse di fronte al ritorno di un super-ciclo delle materie prime?

In un mese il mercato del ferro ha sorpreso tutti.

Sembra quasi di essere tornati al 2009, l’anno del boom delle materie prime trascinate dall’economia cinese.

In quello che sembrava un mercato destinato alla depressione, sono arrivate notizie che alimentano un po’ di ottimismo: il settore delle costruzioni cinese sta crescendo del 20% anno su anno, il mercato dei prestiti è aumentato del 41% e le materie prime hanno imboccato la strada del rialzo. Il rame è cresciuto del 20% in questo trimestre, lo zinco del 22% e il minerale di ferro è quasi raddoppiato, arrivando a 70 dollari a tonnellata.

Soltanto nello scorso mese, gli impianti cinesi hanno sfornato più di 70 milioni di tonnellate di acciaio, più o meno la stessa quantità che gli Stati Uniti producono in un anno intero.

Il rame è cresciuto del 20% in questo trimestre, lo zinco del 22% e il minerale di ferro è quasi raddoppiato

A qualcuno comincia a tornare alla mente il super-ciclo delle materie prime.

A raffreddare gli entusiasmi dovrebbe però esserci la consapevolezza che i problemi strutturali dell’industria siderurgica mondiale (sovracapacità produttiva) non sono per nulla stati risolti e che quello che sta succedendo sui mercati è probabilmente l’effetto degli investimenti di Pechino per stimolare l’economia nel breve termine. Considerazioni che non smorzano l’ottimismo di chi ricorda che, anche nel 2009, gli stimoli all’economia portarono il loro sollievo per più di due anni.

Quanto dureranno le misure del governo cinese, che sta accumulando debito su debito, per rilanciare l’economia? Forse non troppo a lungo, a meno che Pechino non abbia a disposizione dati e proiezioni che possano suggerire una diminuzione del PIL nazionale più drammatica di quanto i mercati non conoscano.

Secondo Goldman Sachs i prezzi del ferro torneranno presto verso il basso (35 dollari) e i guadagni dell’ultimo mese non faranno altro che peggiorare l’eccesso di offerta di metallo, spingendo i produttori cinesi a produrre, incoraggiati dai prezzi più alti.

Un effetto che si manifesterà chiaramente nei prossimi mesi.

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