Siamo di fronte ad un rischio sistemico?

Dal mondo della finanza si sollevano timori di un imminente rischio sistemico che, come nell’effetto domino, farebbe cadere una dopo l’altra le istituzioni bancarie collocate in posizione metastabile.

Il gestore di uno dei più grandi fondi comuni di investimento di tutto il mondo, il fondo Fidelity, ha di recente dichiarato al Telegraph Money che “il rischio sistemico è nel sistema e ogni investitore dovrebbe esserne consapevole“.

Una concetto abbastanza inquietante, soprattutto se espresso da Ian Spreadburychi, il supervisore agli investimenti di oltre 4 miliardi di sterline nei mercato obbligazionari.

Ma cosa significa un rischio sistemico? In poche parole, è il rischio che l’insolvenza o il fallimento di uno o più intermediari finanziari determini generalizzati fenomeni d’insolvenza o fallimenti a catena di altri intermediari.

Il debito pubblico da record raggiunto da molti paesi dopo la crisi finanziaria del 2008, ha costretto le principali banche centrali a ridurre i tassi di interesse quasi fino a zero.

Stephen King, capo economista della terza più grande banca del mondo, ha paragonato l’economia globale al Titanic

Infatti, l’enorme debito sarebbe probabilmente diventato insostenibile se i tassi fossero saliti a livelli realistici. Con tassi così bassi e il Quantitative Easing ancora in corso, l’intero mondo finanziario si sta muovendo su un territorio del tutto inesplorato.

Purtroppo, le voci che avvertono di una crisi sistemica incombente non sono isolate. Stephen King, capo economista della terza più grande banca del mondo, la HSBC, ha paragonato l’economia globale al Titanic. Andrew Wilson, amministratore delegato di Goldman Sachs Asset Management in Europa ha recentemente dato avvertimenti simili.

L’Unione Europea e le altre istituzioni sovra-nazionali hanno concordando l’architettura di salvataggio in caso di rischio sistemico, con tutte le procedure di emergenza e le linee guida da seguire. Linee guida che prevedono, in caso di difficoltà di un istituto finanziario, un grosso sacrificio per i depositanti, gli azionisti e gli obbligazionisti.

Il parlamento europeo ha confermato che i depositanti con più di 100.000 euro saranno il salvagente, insieme ad azionisti e obbligazionisti, per le banche in default.

Tuttavia, la soglia dei 100.000 euro è una cifra del tutto arbitraria ed esiste la possibilità che possa essere ridotta da un governo insolvente di fronte all’implosione di un sistema bancario.

Secondo Ian Spreadburychi la miglior cosa per un risparmiatore è di possedere liquidità fisica al di fuori del sistema bancario, metalli preziosi compresi, per proteggersi contro un evento che mostra maggiori probabilità di verificarsi nei prossimi cinque anni anzichè nei prossimi dieci.

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