Non è facile per un paese dell‘Africa sub-sahariana (una volta si chiamava Africa Nera) non avere un’economia coloniale, senza dipendere da singole materie prime.
Ma il Senegal ci è riuscito. Oggi, è una delle nazioni africane meno fragili, con un discreto livello di sviluppo del settore industriale e dei servizi. Ecco perché numerose istituzioni finanziarie africane hanno sede in Senegal.
L’economia cresce del 6,6% all’anno
La spina dorsale dell’economia del paese è una combinazione di estrazione mineraria, edilizia e servizi, dominati dai trasporti. Insieme ad una valuta (franco CFA) e un ambiente politico relativamente stabili, il Senegal ha un profilo creditizio Ba3 (stabile) da parte di Moody’s (tre gradini sotto quello italiano).
Secondo Fitch, l’economia senegalese crescerà di circa il 6,6% annuo fino al 2020. Tale crescita sarà guidata in parte dall’Emerging Senegal Plan (ESP), lanciato nel 2012 e incentrato sul consolidamento fiscale, sulla diversificazione economica, sugli investimenti nell’istruzione e nelle infrastrutture pubbliche.
Si prevede che tutta una serie di riforme attirerà gli investimenti diretti esteri, cosa che dovrebbe portare ad un aumento delle esportazioni.
Elettricità troppo cara
Attualmente, il Senegal ha il problema del più alto costo dell’elettricità nell’Africa sub-sahariana e di un accesso rurale all’elettricità inferiore al 50%. Tuttavia, il paese mira ad elettrificare l’intera nazione entro il 2025, anche grazie al supporto finanziario e tecnico della Banca Mondiale, della Commissione Europea, del governo giapponese e di altre istituzioni.
I fattori macroeconomici dell’economia senegalese comprendono una bassa inflazione e una crescita stabile. Qualcosa che fornisce un ambiente favorevole per il settore bancario senegalese e per gli investitori esteri. Inoltre, l’adesione all’Unione Monetaria ed Economica dell’Africa Occidentale (WAEMU) garantisce una valuta stabile.
Il rischio di un alto debito pubblico
Ma nonostante molti aspetti promettenti, anche l’economia del Senegal corre dei rischi. Innanzitutto, il debito pubblico che supera il 50% del PIL (2018) limita i fondi disponibili per le spese del paese. Di conseguenza, forza economica e competitività ne vengono indebolite. Inoltre, la preponderante importanza dell’agricoltura, che costituisce il 16,6% del PIL (2018), espone il paese ai rischi ambientali.
Infine, sempre sul fronte dei problemi, la bassa trasparenza e alcune barriere strutturali nel settore finanziario limitano l’accesso al credito per le piccole e per le medie imprese.
Tutto sommato, i punti di forza dell’economia senegalese non sono di poco conto, soprattutto se considerati all’interno di un continente come quello africano, dove molti paesi sono ancora alle prese con problemi ben più gravi di quelli del Senegal.
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