La seconda ondata di COVID-19 è cominciata e l’economia globale si prepara a subire le conseguenze di questa rinnovata minaccia.
A Pechino, un nuovo scoppio di infezioni ha provocato una risposta da “tempi di guerra” da parte del governo cinese. Scuole, impianti sportivi, centri commerciali e supermercati sono stati chiusi e per le strade sono tornati i posti di blocco.
Negli Stati Uniti, le infezioni sono in aumento in molti stati e gli americani mostrano stanchezza e riluttanza nel mantenere le precauzioni anti-contagio. Adesso, l’epicentro delle infezioni si è spostato da New York verso il sud.
Sui mercati finanziari fioccano le vendite
Anche se l’Europa non è ancora sotto pressione per la seconda ondata, la ripresa delle infezioni nel mondo durante gli ultimi giorni ha causato svendite sui mercati finanziari.
I prezzi del petrolio sono caduti, con le quotazioni in calo di oltre il 10% in meno di una settimana. Da Pechino a New York, le preoccupazioni per una seconda ondata della pandemia stanno prendendo piede. La gioia per quello che si pensava fosse la fine di un incubo, sta lasciando lo spazio alla paura.
Tra circa una settimana il Fondo Monetario Internazionale (FMI) rilascerà le sue previsioni economiche globali e tutti si aspettano un peggioramento.
Chi si attendeva che ci sarebbe stato un grande rimbalzo economico in Cina, leggendo i dati della produzione industriale cinese a maggio (+4,4% rispetto all’anno precedente) è rimasto deluso. Le preoccupazioni che il rimbalzo sarà inferiore alle aspettative sono oggi più che mai giustificate.
Lo spettro di milioni di barili di petrolio accumulati negli scorsi mesi
L’incubo di una enorme quantità di petrolio accumulata nei depositi in questi ultimi mesi incombe sui mercati. Secondo IHS Markit, la sola Cina ha aggiunto 440 milioni di barili nei depositi di stoccaggio nei primi sei mesi dell’anno. Nessun paese al mondo aveva mai registrato un aumento tanto grande.
Inoltre, gli analisti pensano che i mercati petroliferi siano stati troppo ottimisti nelle ultime settimane nel dare per risolto il problema della pandemia. Sembra quasi che si siano concentrati solo sulle notizie positive (calo della produzione di scisto americano e i tagli dell’OPEC+), ignorando invece i segnali negativi. I prezzi sono recentemente aumentati bruscamente a seguito di un gran numero di posizioni al rialzo di quegli speculatori che intravedevano un rimbalzo.
Secondo Commerzbank, la domanda al di fuori della Cina è così debole da spingere i prezzi verso il basso a breve termine.
Le prospettive per il mercato petrolifero sono sempre più tenebrose.
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