Ricorderemo il 2015 come un anno assai difficile per i metalli preziosi e per i metalli di base. E il piombo non ha fatto eccezione, con un calo sostanzioso dei prezzi nel corso dell’anno di circa il 17%.
La prima parte dell’anno non era andata troppo male e gli analisti si aspettavano un deficit di piombo, ma nei mesi successivi le forti pressioni al ribasso che hanno colpito tutte le materie prime hanno affossato i prezzi, soprattutto nella seconda metà dell’anno.
Nel corso del 2015 l’evento più importante è stata la decisione della Cina di imporre una tassa del 5% sulle batterie al piombo, a decorrere dal 1 gennaio 2016. Una mossa destinata ad aumentare la pressione al ribasso, anche nel 2016.
Per fortuna, i produttori hanno iniziato a ridurre le quantità di piombo prima degli altri metalli. Secondo il National Statistics Bureau cinese, la produzione di concentrato di piombo è scesa del 6% nel 2014 e del 9,6% nei primi mesi del 2015. Stessa sorte per il metallo raffinato, sceso del 6,9% nel 2014 e del 4,5% nella prima parte del 2015.
Tuttavia, la contrazione dell’offerta non è stata per niente sufficiente a sostenere i prezzi. La debolezza di tutto il comparto e il rallentamento dell’economia della Cina hanno avuto il sopravvento.
E per il 2016? Purtroppo, sul fronte della domanda le cose non miglioreranno. Il settore dell’e-bike (le biciclette elettriche), uno dei più importanti sbocchi per le batterie al piombo, è ormai vicino alla saturazione e nessuno prevede che i consumi possano trovare nuovi slanci.
Un fattore chiave che potrebbe influenzare la domanda è la nuova tassa cinese sulle batterie al piombo, istituita soprattutto come misura per salvaguardare l’ambiente. Se per qualsiasi motivo l’applicazione di questa misura dovesse subire ritardi o rinvii, la domanda potrebbe risentirne positivamente.
Non molto per alimentare le speranze degli investitori che vorrebbero vedere una inversione di tendenza dei prezzi ma, con i tempi che corrono, qualcosa di cui accontentarsi in attesa di tempi migliori.