Il mercato delle materie prime è ciclico e anche il destocking, ovvero la riduzione delle scorte, prima o poi arriva al termine, cosa che si sta puntualmente verificando anche sul mercato italiano dei coils laminati a caldo (HRC).
I prezzi si stanno riprendendo e i volumi sono previsti in crescita poiché i centri servizi e i rilaminatori, dopo un lungo periodo di riduzione delle scorte, devono ora acquistare per il primo trimestre.
I prezzi dei coils dall’oriente sono diventati meno competitivi
Questa situazione dovrebbe favorire i produttori di acciaio italiani che si trovano nelle migliori condizioni per poter aumentare i prezzi, complice anche il fatto che il materiale di importazione è diventato meno competitivo.
Infatti, secondo Kallanish, alcuni esportatori cinesi, coreani e giapponesi di HRC hanno deciso di tirarsi temporaneamente fuori dal mercato italiano, dopo aver venduto a prezzi molto bassi (fino alla scorsa settimana, i coils di acciaio importati da Taiwan, Vietnam, Corea e Giappone sono scesi ben al di sotto del livello di 600 dollari a tonnellata). Prezzi a 555-580 dollari per tonnellata (CFR) dall’Asia non sono sostenibili perché significano produrre acciaio in perdita pur di fare volumi (si consideri che lo stesso materiale veniva venduto sul mercato domestico asiatico a non meno di 700 dollari per tonnellata).
Mercato stagnante in Italia, ma con qualche segnale positivo
Comunque, per il mercato italiano, si tratta di un cambiamento di rotta per i prezzi, dopo mesi di discesa. Anche se non sono previsti prezzi alle stelle, alcuni produttori italiani stanno quotando ufficialmente a 650-660 euro a tonnellata franco fabbrica, con qualcuno che formula offerte a 600 euro.
Nonostante il mercato in Italia sia ancora abbastanza stagnante, alcuni consumatori stanno iniziando a ordinare per il primo trimestre del prossimo anno grazie anche ad un miglioramento del portafoglio ordini.
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