Chi fino ad un anno fa era rialzista sui prezzi del petrolio e, oggi, guarda stupefatto ai 50 dollari al barile, può consolarsi pensando di essere in buona compagnia.
Infatti, sono in molti quelli che pensavano che non sarebbe mai stato possibile vedere prezzi del petrolio così bassi. E, se qualcuno avesse immaginato un simile crash, mai e poi mai avrebbe creduto che tali livelli si sarebbero potuti mantenere per un così lungo tempo.
Eppure, anche lo scorso anno c’era chi prevedeva che i prezzi dell’oro nero si sarebbero ripresi.
D’altronde, le estrazioni onshore negli Stati Uniti erano collassate a causa dei prezzi insufficienti a garantire un ritorno sugli investimenti, raggiungendo i 9,6 milioni di barili al giorno (oggi siamo ancora più bassi: 8,4 milioni di barili al giorno). Attendersi che il mercato si potesse muovere verso l’alto era abbastanza ragionevole, soprattutto sottovalutando la produzione petrolifera dell’OPEC e della Russia.
Infatti, quello che è successo, è che la Russia e l’OPEC hanno prodotto molto di più di quello che sarebbe stato logico attendersi. Hanno pompato petrolio oltre ogni possibile previsione, con in testa Iran, Iraq e Arabia Saudita, annullando del tutto l’effetto del crollo della produzione petrolifera americana, penalizzata da prezzi di estrazione del petrolio di scisto insostenibili a questi livelli di mercato.
Anche se può sembrare irrazionale produrre tanto petrolio a prezzi così bassi, è esattamente quello che è avvenuto nell’ultimo anno e quello che oggi sta avvenendo. Un vero smacco per tutti gli investitori che sono abituati a ragione per formulare delle previsioni.
Certamente, chi ha fatto soldi in un mercato come questo è riuscito in un’impresa quasi impossibile, a meno che… non abbia trovato una sfera magica di cristallo che funziona.