Ricomincia l’era dell’acciaio italiano, con lo Stato come protagonista

Dopo le multinazionali straniere, ci pensa lo Stato alla siderurgia italiana. Purtroppo, visti i precedenti storici, non c’è da stare troppo allegri come contribuenti.

C’era una volta la globalizzazione, quando gli scambi economico-commerciali e gli investimenti su scala mondiale travolgevano tutti i paesi e tutti i settori, compresa l’Italia e il suo importante settore siderurgico. L’ex Ilva di Taranto era in mano agli indiani della AccelorMittal, la Acciai Speciali Terni era del colosso tedesco ThyssenKrupp e anche l’ex Lucchini di Piombino era gestita dalla multinazionale indiana Jindal.

Taranto, Terni e Piombino passano di mano

Poi è arrivata la pandemia e il mondo non è più stato quello di prima. Restando nel settore siderurgico, sembra si stia proprio andando a gran velocità verso un acciaio totalmente made in Italy, con lo Stato italiano come protagonista.

Taranto, Terni e Piombino passeranno di mano e, nel giro di un anno, la stagione delle multinazionali straniere potrebbe essere finita.

A maggio del prossimo anno la ex Ilva, con il nuovo nome di Acciaierie d’Italia, passerà sotto il controllo dello Stato tramite Invitalia. Entro la fine di questo mese ThyssenKrupp deciderà a chi dare la Acciai Speciali Terni, scegliendo tra i due pretendenti italiani: il gruppo Arvedi e il gruppo Marcegaglia. Infine, Piombino sembra destinato a passare nelle mani pubbliche attraverso Invitalia, affiancata forse da alcune aziende siderurgiche italiane.

Un anno d’oro, ma con grandi incertezze all’orizzonte

A parte l’ex Ilva, il cui destino pubblico è già tracciato, negli altri casi si tratta di eventi in piena evoluzione, ma che tutto lascia intendere porteranno ad un grosso riassetto della siderurgia italiana, con probabili aggiustamenti dei livelli occupazionali.

Tutto ciò in un anno come non se ne vedevano da decenni per i bilanci delle aziende siderurgiche, tanto che l’Amministratore Delegato del Gruppo Arvedi ha parlato di bilanci da sogno per il 2021. Tuttavia, il momento è decisamente critico per il settore anche a livello globale, alle prese con la transizione green e con le grandi incertezze della pandemia e dei piani vaccinali.

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