È tutto pronto per un aumento dei prezzi dell’acciaio in Europa

I prezzi dell’acciaio sono alla vigilia di nuovi rialzi. La pausa di inizio anno è durata poco e per i consumatori ricomincia la rincorsa al prezzo.

Brutte notizie per chi deve comprare acciaio. Sul mercato europeo tira aria di rialzi per i prossimi mesi e l’allentamento dei prezzi di gennaio potrebbe presto essere un lontano ricordo.

La domanda ancora solida nel settore dell’edilizia e la crescita della produzione di automobili, stanno spingendo i prezzi dei coil laminati a caldo dopo i cali di inizio anno che avevano portato i prezzi a circa 900 euro a tonnellata (EXW).

D’altronde c’era stato l’assalto delle importazioni turche e, in misura minore, di quelle indiane. In Turchia i produttori hanno riversato il loro acciaio in Europa in risposta all’iperinflazione che sta colpendo il paese. Naturalmente, l’aumento del flusso delle importazioni ha depresso i prezzi dei prodotti laminati piatti. Inoltre, a dicembre, l’aumento della diffusione dalla variante Omicron del coronavirus e le conseguenti restrizioni, aveva depresso molte l’attività economiche.

È iniziata l’era dei rifornimenti post-Covid

Ma, in questi giorni, sembra di essere entrati in una nuova fase: quella dei rifornimenti post-Covid. Molti utenti finali ora hanno bisogno di rifornirsi e di ricostituire le scorte e, inevitabilmente, i prezzi aumenteranno. Tra l’altro, come noto a tutti gli operatori, i prezzi dell’acciaio normalmente aumentano in previsione della primavera, dal momento che un clima più mite significa l’aumento delle attività dell’edilizia.

Come se questo non bastasse, la domanda di prodotti laminati piatti da parte dell’industria automobilistica sta crescendo poiché il deficit dei chip sta migliorando, anche se è previsto rimanere tale ancora per mesi o, addirittura, fino al 2023.

La domanda di acciaio resterà elevata

Anche in termini prospettici molti analisti pensano che la domanda di acciaio al di fuori della Cina sarà forte. Tutto ciò in un contesto dove le restrizioni alla produzione per la decarbonizzazione in Cina vedranno la produzione di acciaio grezzo del paese rimanere ferma a circa 1,03 miliardi di tonnellate.

Inoltre, dal ferro giungono segnali rialzisti. I consumatori cinesi di minerale di ferro devono ricostituire le scorte e questo si tradurrà in prezzi più elevati per gli utenti finali. A Tianjin il prezzo di riferimento (ferro a purezza 63,5%) è già a 129 dollari per tonnellata, molto lontano dal minimo di novembre di 81 dollari. A tutto questo si sono aggiunte le gravi inondazioni nello stato brasiliano di Minas Gerais la scorsa settimana, che hanno costretto alla chiusura molte miniere di ferro della zona.

METALLIRARI.COM © SOME RIGHTS RESERVED