Anche sul mercato del ferro è arrivata la volatilità.
Al Dalian Commodities Exchange (la borsa merci cinese) i futures sul ferro sono saliti del 6%, mentre i prezzi del minerale importato, al porto di Tianjin, sono cresciuti del 6,5%, raggiungendo quasi i 75 dollari a tonnellata.
Un andamento delle quotazioni in netto contrasto con quanto accaduto nelle precedenti sessioni di trading, che qualcuno interpreta come il segnale di un cambiamento negli equilibri di mercato.
All’inizio di novembre, gli eventi sui mercati internazionali e l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, hanno spinto i prezzi del ferro ai massimi da due anni a questa parte (80 dollari). Nella seconda parte del mese la crescita si è affievolita e le quotazioni si sono stabilizzate ai livelli attuali.
Le autorità cinesi hanno recentemente alzato i costi e i margini per la negoziazione sul mercato dei futures, con l’intenzione di raffreddare la speculazione, soprattutto sul minerale di ferro, sul carbone metallurgico e sull’acciaio per cemento armato (tondo). In un anno, i prezzi di quest’ultimo sono cresciuti di oltre il 72%.
La città di Tangshan, nella Cina settentrionale, ha imposto restrizioni per i prossimi quattro mesi alla produzione di coke, ferro e acciaio, nel tentativo di migliorare la qualità dell’aria nella regione, costringendo un importante produttore di acciaio cinese a tagliare la produzione. La notizia ha immediatamente dato un nuovo impulso ai prezzi dei futures sui metalli ferrosi, acciaio in testa. Secondo il Metal Bulletin, il tondo per cemento armato è arrivato a 421 dollari a tonnellata.
Ma il mercato è stato aiutato anche da un rapporto di Goldman Sachs, che ha alzato le sue previsioni di prezzo del minerale di ferro a 65 dollari (a tre mesi) e a 55 dollari (a 12 mesi). L’influente banca d’affari evidenzia come il consumo di acciaio sia meglio del previsto, portando un forte sostegno alla domanda di ferro.