Ci sono considerevoli evidenze che gli eventi meteorologici, come per esempio El Niño e La Niña, abbiano impatti significativi sulle commodities.
Temperature superiori o inferiori alla media, precipitazioni scarse o eccessive, possono cambiare le sorti delle materie prime agricole come, per esempio, mais, soia e grano. Ma quale impatto possono avere sui prezzi dei metalli?
El Niño e La Niña, due fenomeni atmosferici oceanici, agiscono generalmente uno all’opposto dell’altro, con una fase calda nel primo caso e una fase fredda nel secondo. Mentre l’anno scorso eravamo sotto l’effetto di El Niño, quest’anno è La Niña a farla da padrona, con un rafforzamento degli Alisei da ovest e con le temperature equatoriali in diminuzione. Le acque calde in superficie calda si spostano da est a ovest, consentendo la risalita di acque più fredde nelle regioni orientali. La temperatura complessiva dell’acqua in superficie diminuisce e sul lato occidentale del Pacifico arrivano acque calde che fanno aumentare le precipitazioni, mentre a ovest le basse temperature tendono a ridurre le precipitazioni, con conseguente siccità. Secondo gli esperti, La Niña ha il 65-75% di probabilità di far sentire tutti i suoi effetti nel periodo che va da febbraio ad aprile del prossimo anno.
Con tutto questo in mente, possiamo tornare al discorso dei metalli. Naturalmente, l’estrazione di minerali e metalli sono assai meno dipendenti dal clima rispetto alle coltivazioni agricole. Tuttavia, anche il mercato dei metalli dipende dal clima.
Infatti, la carenza di acqua che per l’agricoltura può essere drammatica, ha un impatto significativo anche sulla generazione di energia idroelettrica per il settore minerario e per la fusione dei metalli, soprattutto in alcune regioni del mondo.
Come ha evidenziato uno studio dello scorso anno della University of Sydney School of Economics, la riduzione delle piogge nel Pacifico Orientale (Cile e Perù) e, al contrario, le precipitazioni eccessive nel sud-est asiatico e in Australia, hanno causato l’interruzione delle forniture per quelle società minerarie che operavano nei mercati del minerale di ferro, dello stagno e della bauxite, spingendo i prezzi verso l’alto in tempi brevi. Le conclusioni di questo studio attribuiscono a El Niño e La Niña variazioni di prezzo dei metalli di almeno il 20 o il 30%, su una base temporale da uno a due anni.
Certo, non è ancora il caso di guardare le previsioni del tempo prima di acquistare rame o alluminio ma, soprattutto dal punto di vista di un investitore, avere coscienza dell’esistenza di interdipendenze tra clima e mercato aiuta a capire meglio quanto siano complessi e numerosi i fattori che governano l’andamento dei prezzi dei metalli.
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