10 paesi con una fortuna di minerali critici per la transizione energetica

Quali sono i paesi che dispongono delle riserve di minerali critici per la transizione energetica più preziose del mondo?

Quando i nostri discendenti studieranno la storia di questi anni, leggeranno di un periodo nel quale l’umanità doveva liberarsi dal petrolio e da altri combustibili fossili per preservare un clima stabile. Un passaggio forzato per le economie mondiali verso tecnologie che sfruttano le infinite risorse rinnovabili della Terra: vento, luce sole e acqua.

Tuttavia, per mantenere e sostituire le infrastrutture e le tecnologie della transizione all’energia pulita, sono necessarie una enorme quantità di risorse naturali, soprattutto minerali da estrarre e metalli da produrre.

Una “miniera d’oro” di minerali critici

A parte i dubbi circa la possibilità di reperire tutte queste risorse senza danneggiare troppo l’ambiente che si vorrebbe preservare, è certo che questo enorme cambiamento crea nuove opportunità per quei paesi che si trovano seduti sopra miniere d’oro di minerali critici. Queste giurisdizioni si apprestano a ritirare il loro premio della lotteria esattamente come accadde ai cosiddetti petrostati all’alba dell’era del petrolio.

Ma quali sono questi paesi? E quali i minerali che decretano i vincitori alla lotteria della transizione energetica?

Litio, cobalto, rame e nichel

Innanzitutto, va considerato che è difficile classificare in modo definitivo quali siano i minerali critici più importanti per la transizione energetica, dal momento che la loro importanza può cambiare nel tempo con lo lo sviluppo delle tecnologie e delle catene di approvvigionamento. Tuttavia, allo stato attuale delle nostre conoscenze, possiamo affermare con ragionevole certezza che esistono 4 minerali critici che svolgono un ruolo particolarmente cruciale: litio, cobalto, rame e nichel.

Secondo lo US Geological Survey (USGS), sono l’Australia e il Cile a vantare oggi le più grandi riserve di litio disponibili nelle miniere di tutto il mondo. Sulla base dei prezzi del London Metal Exchange (LME), quelle riserve di 9,3 milioni e 6,2 milioni di tonnellate, rispettivamente, sono valutate alla cifra di 324 e 216 miliardi di dollari. Ma anche Argentina (2,7 milioni di tonnellate), Cina (2 milioni di tonnellate), Stati Uniti (un milione di tonnellate) e Canada (930.000 tonnellate) dispongono di notevoli riserve di questo metallo.

I due paesi baciati dalla fortuna: Cile e Australia

Tuttavia, queste sono solo le riserve delle miniere esistenti nel mondo. Sempre secondo l’USGS, le risorse mondiali di litio identificate (dove cioè è potenzialmente fattibile l’estrazione economica) ammontano a circa 98 milioni di tonnellate. Questi includono ben 21 milioni di tonnellate in Boliva, 20 milioni di tonnellate in Argentina e 11 milioni di tonnellate in Cile. Una quantità tale che potrebbe trasformare il Sudamerica in una potenza economica nello stesso modo in cui il petrolio ha rivoluzionato le economie del Medio Oriente.

Sommando però il valore di tutte le riserve di litio, cobalto, rame e nichel oggi presenti nelle miniere, sono due i paesi che primeggiano su tutti: il Cile e l’Australia. Più nel dettaglio, ecco quali sono i primi 10 paesi del mondo che detengono le maggiori riserve di minerali critici indispensabili per la transizione energetica, valutate in base al loro valore di mercato a fine agosto 2023 (dati Energy Monitor).

Saline nelle Ande, dove è immagazzinata oltre la metà delle riserve mondiali di litio conosciute

I 10 paesi che detengono le maggiori riserve di minerali critici per la transizione energetica

CILE
1.890.000.000.000 dollari

AUSTRALIA
1.490.000.000.000 dollari

RUSSIA
671.000.000.000 dollari

PERÙ
667.000.000.000 dollari

INDONESIA
644.000.000.000 dollari

MESSICO
437.000.000.000 dollari

REP. DEM. DEL CONGO
356.000.000.000 dollari

BRASILE
333.000.000.000 dollari

POLONIA
247.000.000.000 dollari

10º KAZAKISTAN
165.000.000.000 dollari

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