COP28: l’OPEC rifiuta di suicidarsi per fare un piacere ai “verdi”

Si è conclusa ieri la COP28 di Dubai, che passerà alla storia come una delle edizioni più inutili del vertice.

La COP28 di Dubai si è rivelata una delle edizioni più inutili del vertice. Chi sperava (l’Unione Europea) in un divieto di petrolio, gas naturale e carbone ha dovuto prendere atto che ciò non è accettabile per la maggior parte dei 198 partecipanti.

Ma la cosa più sorprendente è l’atteggiamento dei rappresentanti della UE, che sono rimasti sbalorditi e arrabbiati quando le nazioni produttrici di petrolio si sono rifiutate di rinunciare agli idrocarburi a favore di fonti energetiche alternative. Ma come si può pensare che l’OPEC e gli altri paesi dell’OPEC+ sottoscrivano volontariamente quello che sarebbe essenzialmente un suicidio economico a lungo termine?

Europa contro i paesi produttori di petrolio e gas

La maggior parte dei membri dell’OPEC, a partire dall’Arabia Saudita che costituisce il paese più importante, fanno affidamento sui proventi delle esportazioni di petrolio e gas naturale per la maggior parte delle proprie entrate. La stessa Russia, anche se non dipende così tanto dalle entrate derivanti dal petrolio e dal gas, ricava una quota consistente del suo bilancio dagli idrocarburi. Anche le economie dei paesi OPEC+ dell’Asia centrale si basano sul petrolio tanto quanto le economie del Golfo.

La UE è invece uno dei principali consumatori di petrolio, gas e di carbone. Attualmente, è il più grande acquirente di gas naturale liquefatto statunitense. Al di là delle pompose dichiarazioni dei politici sul fatto che questa dipendenza verrà ridotta, non ci sono segnali che ciò stia accadendo. Nel frattempo, la UE si sta scagliando contro i paesi produttori di petrolio e gas, perché questa è diventata una pratica standard: in caso di dubbio, dare la colpa al petrolio e al gas.

L’OPEC non si suiciderà volontariamente

Molto più lineare e razionale la posizione dell’OPEC sulla questione della produzione di petrolio e gas e sulla sua ipotetica eliminazione.

Come ha affermato Al Ghais (Segretario Generale dell’OPEC): “Sembra che la pressione indebita e sproporzionata contro i combustibili fossili possa raggiungere un punto critico con conseguenze irreversibili, poiché il progetto di decisione contiene ancora opzioni sull’eliminazione graduale dei combustibili fossili“. Perciò ha invitato i membri dell’OPEC ad astenersi dal firmare qualsiasi documento che chieda l’eliminazione graduale degli idrocarburi.

È chiaro che l’OPEC non cambierà idea sulla questione e lo stesso vale per i sostenitori della transizione energetica della UE. Tutto come previsto, a parte l’atteggiamento di sorpresa e shock da parte dei rappresentanti europei che non si rendono conto che, per raggiungere obbiettivi più concreti sul clima, sarebbe meglio ridisegnare obiettivi più realistici e raggiungibili, anziché demonizzare sempre e soltanto il petrolio e il gas.

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