Petrolio: outlook 2019

Quali sono la prospettiva del petrolio e del gas per il 2019? Ecco i pareri dei più importanti esperti e analisti internazionali.

Il 2018 è stato un anno assai volatile per il settore energetico, in particolare per il petrolio.

Il Brent era è partito forte a gennaio, scambiato a 66,87 dollari al barile, per poi raggiungere un massimo annuale di 84,16 dollari a ottobre, prima di scendere al minimo di 59,05 dollari a novembre. Stessa sorte anche per il WTI. Partito a 60,42 dollari a gennaio, ha toccato 76,41 dollari a ottobre e poi è sceso a 50,93 dollari circa cinque settimane dopo.

Un 2018 nel segno dell’incertezza geopolitica

L’anno appena trascorso è stato contrassegnato dalle sanzioni americane contro l’Iran e dall’aumento della produzione petrolifera negli Stati Uniti.

Ma quello che ha influenzato maggiormente il mercato è stato il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. L’imprevedibilità di Trump ha generato una grande incertezza e volatilità.

Il timore che le sanzioni contro l’Iran avrebbero causato un grande deficit petrolifero, ha sostenuto i prezzi per la maggior parte dell’anno. Ma, quando sono state annunciate esenzioni per alcuni paesi e per alcune società, il mercato si è reso conto che Donald Trump aveva fatto come i cani che abbaiano molto ma non mordono. E i prezzi del greggio sono scesi.

L’altro evento significativo del 2018, è stato l’incontro dell’OPEC di metà dicembre per discutere del futuro del settore. Il cartello dei principali produttori di petrolio ha deciso di tagliare 1,2 milioni di barili al giorno a partire da gennaio, per fronteggiare l’eccesso di produzione globale.

L’OPEC, che comprende 15 paesi (Iran, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Venezuela, Qatar, Libia, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Nigeria, Ecuador, Gabon, Angola, Guinea Equatoriale e Congo), taglierà la produzione di 800.000 barili al giorno. Le nazioni non OPEC (Russia, Azerbaigian, Bahrain, Brunei, Guinea Equatoriale, Kazakistan, Malesia, Messico, Oman, Russia, Sudan, Sud Sudan, Brasile e Bolivia), ridurranno la produzione di 400.000 barili al giorno.

Il mercato ha reagito positivamente all’annuncio, con i prezzi che si sono ripresi nel corso dell’ultimo mese dell’anno.

Prospettive per il 2019

Adesso, il 2019 comincia all’insegna di significative diminuzioni della produzione in tutto il mondo, al contrario degli Stati Uniti, dove la produzione cresce costantemente.

Secondo alcuni analisti, a lungo termine, il rallentamento dell’attività economica globale peserà sulla domanda di petrolio. Inoltre, la produzione americana dovrebbe riprendersi bruscamente quando verranno risolti i problemi del gasdotto nel bacino del Permiano.

Infine, sul fronte della domanda, sarà determinante lo sviluppo della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.

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