Petrolio in depressione anche nel 2016

Con i prezzi del greggio ben al di sotto dei 40 dollari, le prospettive per il 2016 non sono per niente brillanti.

Già alla fine del 2014 si sapeva che i prezzi del petrolio sarebbero rimasti sostanzialmente depressi per tutto il 2015.

Cosa che si è verificata puntualmente, con il WTI (West Texas Intermediate)  e il Brent che, a malapena, sono riusciti a mantenersi al di sopra dei 60 dollari al barile per alcuni periodi dell’anno. Ma, nella seconda parte dell’anno, si è verificato un vero e proprio crollo delle quotazioni.

Attualmente i prezzi del Brent si aggirano intorno ai 35 dollari al barile, mentre i prezzi del WTI sono vicini ai 34 dollari.

I fattori che hanno portato i prezzi così in basso sono sostanzialmente tre.

Nella seconda parte del 2015 si è verificato un vero e proprio crollo delle quotazioni

In primo luogo, molti produttori di petrolio degli Stati Uniti hanno dimostrato di essere molto più resistenti di quanto atteso. Infatti, hanno continuato a produrre petrolio anche a prezzi che si ritenevano non remunerativi.

Il secondo importante fattore di depressione è stato sicuramente l’atteggiamento dell’OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries), che ha mantenuto i suoi livelli di produzione, aggravando il problema dell’eccesso di offerta mondiale sul mercato petrolifero.

Infine, l’accordo nucleare con l’Iran, con tutto il suo potenziale di liberare sul mercato 1,5 milioni di barili al giorno di petrolio nel prossimo futuro, è stato come un macigno sui prezzi già depressi del mercato.

Naturalmente, la domanda che a questo punto tutti si fanno è: “Quali sono le prospettive per il 2016 per il prezzo del petrolio?

Gli analisti sono notevolmente incerti a riguardo, se non per il fatto che prevedono altri periodi di forte volatilità alimentati dai 3 fattori appena esaminati, soprattutto per quanto riguarda il ritmo e i volumi a cui il petrolio iraniano rientrerà sul mercato.

La domanda di petrolio globale potrebbe trovare qualche aiuto se l’economia americana continuerà a recuperare e se l’economia cinese si stabilizzerà dopo le numerose misure del governo per arginare la crisi economica.

Anche se ci sono alcuni osservatori di mercato che si attendono un’inversione del trend discendente dei prezzi nel tardo 2016, quasi tutti ritengono che nel nuovo anno il mercato dell’oro nero rimarrà improntato al ribasso.

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