Una nuova metropoli nella giungla. L’Indonesia ci prova…

Il più grande progetto infrastrutturale del sud-est asiatico, la costruzione di una nuova capitale nella remota Kalimantan, sembra una sfida quasi impossibile.

Il mondo continua a correre, anche in tempi di pandemia. Idee, progetti e opere umane non si fermano nemmeno davanti ad un virus terribile. Magari rallentano, o si adattano alla nuova situazione, ma non si fermano, soprattutto nelle economie emergenti.

L’Indonesia, per esempio, con i suoi 270 milioni di abitanti di cui 10 milioni concentrati a Giacarta (Jakarta), ha deciso di costruire ex-novo una nuova capitale nel mezzo della giungla incontaminata del Borneo. Lo scorso agosto il Presidente indonesiano Joko Wido ha annunciato la costruzione della nuova città ancora senza nome e, attualmente, i preparativi sono in corso. A Kalimantan Timur (Kalimantan orientale), spesso abbreviato in KalTim, verranno spostati i vari ministeri e le istituzioni governative, nonché tutte le sedi diplomatiche.

Giacarta finirà sommersa dall’oceano

La minaccia concreta che i cambiamenti climatici possano provocare che Giacarta venga sommersa dall’acqua, ha indotto il governo a trovare un’alternativa piuttosto drastica. Secondo le stime delle Nazioni Unite, la nuova capitale dovrà essere in grado di ospitare qualcosa come 92 milioni di persone da qui ai prossimi 30 anni.

Certamente, l’idea di costruire una città nuova piuttosto che espandere Giacarta ha il vantaggio che il nuovo insediamento può essere situato ad un’altitudine maggiore del previsto aumento del livello del mare. Inoltre, una nuova città offre anche l’opportunità di creare infrastrutture migliori.

Qualcuno è perplesso sul fatto che il governo indonesiano sia in grado di affrontare un opera del genere, il più grande progetto infrastrutturale del sud-est asiatico. Anche perché togliere a Giacarta lo status di capitale significa sfidare interessi acquisiti profondamente radicati.

Il Grande Durian

Giacarta è una delle città meno vivibili del mondo, essendo spesso soggetta ad inondazioni, ingorghi stradali di dimensioni spaventose e inquinamento. Soprannominata il Grande Durian in onore del puzzolente frutto tropicale, è una specie di inferno metropolitano.

La Grande Giacarta (l’intera area metropolitana) è sovrappopolata. Ospita circa 30 milioni di persone che vivono e lavorano in zona sismica e su un terreno che affonda in media di quattro centimetri all’anno.

Un progetto da 33 miliardi di dollari

Fino ad oggi, della nuova capitale sono state illustrate le infrastrutture e i nuovi edifici che verranno realizzati. Tuttavia, non si sa molto sulle persone e su coloro che saranno sfollati nel processo di costruzione. Si pensi, per esempio, ai dipendenti pubblici le cui abitudini di vita verranno stravolte, anche geograficamente.

Nei piani del governo dell’Indonesia il costo della costruzione della nuova capitale sarà di 33 miliardi di dollari. Anche se questa cifra è sembrata ad alcuni una sottostima, in governo indonesiano crede che, se il progetto verrà ben gestito, potrebbe essere una fonte di denaro anziché un buco nero.

Ma chi pagherà per tutto questo? Ci sono già molti investitori pronti a finanziare il progetto, dalla Corea del Sud alla Cina, dagli Emirati Arabi Uniti all’Arabia Saudita e alla Germania. Teoricamente, lo stato indonesiano sosterrà dal 10% al 20% del costo totale, mentre il settore privato pagherà il conto per il restante 80% o 90%.

La nuova capitale dell‘Indonesia, che dovrebbe essere pronta per i primi residenti nel primo trimestre del 2024, potrebbe diventare un modello per lo sviluppo urbano in tutto il paese e anche nel resto dell’Asia… pandemie permettendo!

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