Il prezzo del minerale di ferro sta crollando, senza pause o rallentamenti. Dai 233 dollari a tonnellata di maggio è arrivato ai 94 dollari di questa settimana.
Mentre la Cina sta facendo pulizia nel suo settore industriale per ridurre l’inquinamento, le acciaierie a carbone contribuiscono a una parte significativa delle alte emissioni del paese. Pechino ha imposto tagli alla produzione di acciaio anche nel tentativo di rallentare l’eccessivo peso dell’edilizia nella sua economia.
Le nuove politiche cinesi spingono i prezzi sempre più in basso
Come hanno ben capito i mercati, se questa politica persiste, la domanda di ferro sarà inferiore di 100 milioni di tonnellate nella seconda metà dell’anno rispetto alla prima e i prezzi potrebbero scendere fino a 70 dollari.
Interessante notare quanto sia grande il peso della Cina sul mercato globale. Nel caso del ferro è il principale consumatore mondiale, determinando la disgrazia del ferro in un momento in cui c’è un boom della domanda di materie prime e mentre le economie degli altri paesi iniziano a riaprire dopo la pandemia di Covid-19.
Il ferro è diventato una delle poche materie prime con performance disastrose, proprio mentre l’alluminio è ai massimi di 13 anni, il petrolio ha superato gli 80 dollari e i prezzi del gas e del carbone sono a livelli senza precedenti
Dritto, dritto verso i 70 dollari
La velocità del declino del ferro ha sorpreso anche gli analisti che avevano previsto il ribasso. UBS prevede adesso una media di prezzi di 89 dollari per il prossimo anno, il 12% più bassa rispetto alle previsioni precedenti. Ma è evidente che adesso il metallo è in caduta libera e che non si fermerà fino a che non troverà un supporto, probabilmente nell’intorno dei 70 dollari.
Un vecchio trader diceva che le commodity sono come i party, prima o poi la festa finisce e quando accade, tutti vogliono andarsene e si accalcano all’uscita nello stesso momento. E per il ferro la festa sembra proprio finita!
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