Niente tasse sul bitcoin: 10 paesi che non tassano le criptovalute

Ci sono paesi nel mondo dove, nel rispetto della legge, non ci sono tasse o imposte da pagare su bitcoin e criptovalute. Ecco quali sono…

Era nato come valuta alternativa e come sistema di pagamento digitale anonimo. Ma, con il tempo, è diventato un investimento.

Il bitcoin, da quando è nato nel 2008, ha fatto molta strada, così come gli occhi del fisco che lo hanno seguito nella sua crescita iperbolica. Infatti, quando un investimento cresce ci sono sempre guadagni da tassare. In Italia, per esempio, Il bitcoin è considerato dal fisco come una normale valuta internazionale e, di conseguenza, è soggetto alla consueta tassazione riservata alle rendite finanziarie (capital gain).

Ma esistono paesi con trattamenti fiscali molto favorevoli per le criptovalute, dove i costi per trasferirsi posso essere assai inferiori rispetto a quanto risparmiato in tasse e imposte. Tanto più vero quanto maggiori sono le plusvalenze realizzate che, nel caso di molti investitori in bitcoin della prima, ora sono enormi.

In questi casi, ecco i 10 paesi che seguono possono offrire una grossa opportunità per minimizzare tasse e imposte in modo legale.

GIBILTERRA

È una giurisdizione considerata a bassa tassazione, quasi un paradiso fiscale. Inoltre, non ci sono imposte sulle plusvalenze derivanti da investimenti in criptovalute. Per le società esiste però un’aliquota fissa del 10% applicata al trading di criptovalute.

MALTA

Malta è conosciuta come “Blockchain Island” essendo uno dei paesi più cripto-friendly. Non ci sono imposte sulle plusvalenze per le criptovalute, a meno delle operazioni intra-day.

PORTOGALLO

Il regime fiscale portoghese è decisamente favorevole dal momento che non tassa il trading o le transazioni con criptovalute. Discorso un po’ diverso per le aziende che, se accettano valute digitali come forma di pagamento, potrebbero essere soggette al pagamento dell’IVA.

GERMANIA

In Germania, le criptovalute sono considerate denaro privato e, in quanto tali, sono esenti da tasse. Tuttavia, ciò vale solo per chi detiene almeno un anno l’investimento e per un valore massimo di 600 euro. Inoltre, le aziende che detengono bitcoin sono tenute al pagamento delle imposte.

SVIZZERA

Considerato un paradiso delle criptovalute, la Svizzera ha anche alcune agevolazioni fiscali per i trader di criptovalute, tra cui l’esenzione da imposte sulle plusvalenze. Tuttavia, il mining di criptovalute è considerato come un lavoro autonomo, con relativi obblighi fiscali.

BIELORUSSIA

Nel 2018, la Bielorussia ha promulgato una nuova legge che ha legalizzato le criptovalute. Ciò significa che almeno fino al 2023, privati ed aziende che estraggono o investono in criptovalute sono esenti dal pagamento delle tasse. Inoltre, le criptovalute sono considerate un investimento personale, quindi è possibile estrarle, acquistarle o venderle liberamente.

SLOVENIA

Come in molti dei paesi di questa lista, la Slovenia applica una normativa fiscale diversa alle persone fisiche e alle imprese. I privati non devono pagare imposte sulle plusvalenze su qualsiasi criptovaluta che vendono, ma sono soggetti all’imposta sul reddito.

SINGAPORE

L’imposta sulle plusvalenze non esiste a Singapore. Pertanto, privati e aziende che detengono criptovalute non sono soggetti a tale imposta.

BERMUDA

Le Bermuda non impongono tasse sugli asset digitali o sulle loro transazioni: nessuna imposta sul reddito, sulle plusvalenze, ritenute o altre tasse.

ISOLE VERGINI BRITANNICHE

Si tratta di un vero e proprio paradiso fiscale che non tassa anche plusvalenze e redditi da criptovalute.

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