La maledizione dei tassi d’interesse negativi

Forse, non tutti immaginano cosa può succedere quando i tassi di interesse negativi diventano la normalità. In ogni caso, pericolo in arrivo…

A qualcuno è già successo di svegliarsi con una brutta notizia come quella di una nuova tassa sui risparmi.

I risparmiatori tedeschi con più di 100.000 euro in banca, per esempio, lo scorso anno, dalla sera alla mattina, hanno scoperto una nuova tassa dello 0,4% sui loro risparmi. I banchieri centrali avevano portato i tassi di interesse in territorio negativo e alcune banche si sono affrettate a girare il costo sui risparmi dei propri clienti. Tutto perfettamente legale e senza richiedere l’intervento di leggi fiscali.

Una punizione per i depositi personali

Per i risparmiatori, questo è un segnale di un pericolo all’orizzonte. Il pericolo dei tassi di interesse negativi, la punizione per tutti i depositi personali.

In alcune parti dell’Europa e dell’Asia sta diventando la normalità e si stima che circa un quarto delle giurisdizioni mondiali stia subendo questo effetto: Giappone, Svizzera, Svezia e Danimarca ma anche le banche del Regno Unito stanno preparando questa nuova bella sorpresa per i clienti.

Alla base della politica dei tassi negativi c’è la decisione di una banca centrale, per esempio la Banca Centrale Europea (BCE), di stimolare la crescita dell’economia e aumentare l’inflazione. Con un tasso negativo nella zona euro, un altro esempio, una banca come la Deutsche Bank sostiene dei costi per tenere del denaro presso la BCE, perciò deve decidere se retrocedere il tasso negativo ai propri clienti. Naturalmente, la Deutsche Bank non è per niente d’accordo con la decisione della BCE.

Spingere le persone a spendere o a investire

La teoria che sta dietro alla politica dei tassi negativi è abbastanza semplice. I tassi negativi penalizzano le banche che parcheggiano il loro denaro e, quindi, le incentiva a prestarlo ai clienti. Se poi i tassi negativi vengono applicati anche ai clienti delle banche, la gente sarà incoraggiata a spendere o a investire. Tassi di interesse negativi costringono le persone a spostare la liquidità nell’economia, facendo crescere i prezzi.

Una bella teoria che però non sempre funziona.

In Giappone, che ha già sperimentato questa politica, la crescita economica e l’inflazione non sono cresciute come previsto. Anzi, l’inflazione è passata in territorio negativo a -0,6% (deflazione).

Inoltre, quando le banche fanno pagare interessi negativi ai clienti, questi fanno la cosa più semplice del mondo: ritirano i propri denari.

La casseforti vanno a ruba

Sempre in Giappone, dopo l’introduzione dei tassi negativi, le vendite di casseforti personali sono salite alle stelle. Così come successe in Svizzera nel 1970, che per prima ha introdotto i tassi negativi, quando la liquidità al di fuori delle banche era altissima.

Nessuno può escludere che si possa innescare addirittura una corsa agli sportelli senza precedenti, con conseguenze catastrofiche sui mercati finanziari. Uno dei motivi per il quale sono in corso sforzi da parte di molti governi europei per eliminare il contante, in modo tale che chi ha denaro in banca non abbia alternative a subire l’erosione dei tassi negativi.

Infine, non per importanza, i tassi negativi portano ad una svalutazione della moneta. L’euro, che valeva circa 1,39 contro il dollaro americano prima che la BCE annunciasse la politica dei tassi negativi, vale oggi circa 1,12. Svalutare la moneta, cosa che offre sostegno alle esportazioni, incoraggia però una corsa al ribasso tra paesi concorrenti, con un possibile effetto domino.

Siamo arrivati nel nuovo secolo e ci siamo lasciati alle spalle l’ideologia comunista ma, sembra quasi che si stia avverando una maledizione che potrebbe aver lanciato il diabolico Karl Marx, il filosofo che dichiarò guerra al capitalismo: “denaro che si sbriciola ad ogni tocco d’orologio!

Esattamente l’effetto degli interessi negativi.

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