Soldi in fiamme. Cosa ha davvero provocato il boom dell’inflazione?

Dopo lo shock causato dalla pandemia e l’enorme spesa alimentata dalle sovvenzioni governative, la domanda di un bene essenziale come l’energia è aumentata mentre l’offerta non ha tenuto il passo.

Abbiamo visto le catene di approvvigionamento mondiali sconquassate da una combinazione di fattori che nessuno aveva previsto. Porti che chiudevano improvvisamente a causa di epidemie di virus, lavoratori costretti a rimanere a casa e costi alle stelle per i fornitori.

Ma, una volta che i lockdown sono terminati e i cittadini sono tornati gradualmente alle normali abitudini di spesa, la domanda di beni essenziali come l’energia è esplosa, creando forte tensioni nell’offerta. Giudicare queste dinamiche come transitorie sembrerebbe una enorme stupidaggine, ma è proprio quello che, all’epoca, hanno fatto la Federal Reserve americana (FED), la Banca Centrale Europea (BCE) e la Bank of England. I banchieri centrali più potenti del mondo erano certi che dopo la pandemia tutto si sarebbe normalizzato, con la domanda e l’offerta che si sarebbero riequilibrate. La produzione di petrolio, gas ed elettricità sarebbero aumentate in risposta all’aumento dei prezzi, calmierando il mercato.

Pompare denaro per sostenere l’economia è diventato un mantra

Nel frattempo bisognava pompare denaro per sostenere le economie dei rispettivi paesi dopo i danni di due anni di pandemia. Ma aiutare l’economia è una cosa, inondarla con una quantità spropositata di denaro è un’altra.

Ma, a peggiorare le cose già compromesse da errori tanto gravi dei banchieri centrali ci si è messa anche la Russia che, a febbraio 2022, ha invaso l’Ucraina. In una situazione economica tanto tesa, la decisione di un muro contro muro con la Russia fatto di sanzioni, armi e finanziamenti per la guerra, ha provocato l’esplosione dei mercati energetici e alimentari.

Nel giro di poche settimane (ad aprile 2022) il CPI (Consumer Price Index) nel Regno Unito è balzato di due punti percentuali raggiungendo il 9%, il più grande aumento annuale mensile dal giugno 1979. In Europa e negli Stati Uniti i prezzi sono schizzati verso l’alto e le banche centrali si sono affrettate ad aumentare i tassi d’interesse: la FED ha lanciato quattro aumenti di 75 punti base, mentre il primo aumento della BCE è stato di meno 50 punti base.

Da una parte si alzano i tassi per fermare l’inflazione e dall’altra sovvenzioni a pioggia per alimentarla

Nel frattempo, per evitare una catastrofe del tenore di vita delle persone a causa dell’aumento dei costi energetici, in tutta Europa sono state disposte misure di sostegno energetico. In Italia una parte delle bollette energetiche è stata pagata dal governo. La Francia ha protetto i consumatori con un aiuto di oltre 100 miliardi di euro, mentre in Germania la cifra in aiuti energetici è stata del doppio.

Con l’obbiettivo di proteggere parzialmente i redditi, tutti questi interventi dei governi hanno infiammato l’inflazione e la spesa, mentre era sotto gli occhi di tutti l’enorme contraddizione tra politica monetaria e politica fiscale.

Di fatto, dopo tutti i danni provocati negli ultimi due anni, la BCE, la FED e la Banca d’Inghilterra hanno perso buona parte della loro credibilità. Un record di previsioni sbagliate, di interventi inadeguati, sia nei modi che nei tempi, che neppure il più incompetente degli incompetenti avrebbe potuto eguagliare.

L’inflazione che sta erodendo le economie occidentali è la inevitabile conseguenza di tutto ciò.

E adesso? Purtroppo i banchieri centrali proseguono nella loro testarda corsa al rialzo dei tassi, mentre i governi continuano nelle folli politiche delle sovvenzioni a pioggia, quando servirebbe invece rilanciare gli investimenti, rinnovare le infrastrutture e creare posti di lavoro migliori, l’unica ricetta per sperare di uscire da questa situazione in cui ci siamo cacciati.

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