La fuga di capitali dall’Italia, un contagio che potrebbe estendersi al resto d’Europa

La preoccupazione di difendere i propri risparmi, alimenta la fuga di capitali in corso nei paesi più in crisi dell’area euro.

I capitali stanno abbandonando l’Italia, così come sta succedendo da tempo in Grecia e in Spagna. Il copione si ripete e l’Italia ha perso capitali, rispetto al 2011, per un valore equivalente al 15% del proprio PIL. Ma il problema è ancora più grave perchè i capitali che ora abbandonano i paesi più in difficoltà, presto potrebbero abbandonare tutta la zona euro.

Le grandi aziende sono già a buon punto con la fuga dalla zona euro. In agosto il gigante delle assicurazioni AIG ha spostato decine di milioni di euro fuori dall’Europa, riducendo le sue partecipazioni nelle banche in Germania, Francia, Spagna e Italia. Anche la International Airlines Group, la società madre di British Airways, ha  ridotto drasticamente la sua esposizione verso la Spagna. È ovvio che questo spostamento di capitali è una scommessa sul futuro delle economie della zona euro.

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha lanciato l’avvertimento: la fuga drammatica di capitali da Spagna e Italia sono un segnale che l’economia mondiale è sempre più instabileStati Uniti e Giappone potrebbero vedere aumentare il costo del proprio debito pubblico se gli investitori dovessero risentire di questa instabilità. Anche lo status della Gran Bretagna come un porto sicuro per gli investitori globali, è solo temporaneo e i fondi potrebbero presto prendere altre strade.

Gli investitori stanno progressivamente perdendo la fiducia nella classe politica europea e nella sua capacità di riuscire ad intraprendere azioni efficaci per contrastare la crisi. A peggiorare il clima contribuisce anche l’abisso tra le nazioni ricche e quelle più povere all’interno della zona euro.

Infine il problema delle banche sta assumendo caratteristiche endemiche. Colpite dalla fuga di capitali che riduce sempre più gli impieghi, le banche dei paesi periferici potrebbero essere costrette a ridurre ulteriormente i loro prestiti. È altresì noto che tutti questi istituti bancari contengono miliardi di euro di crediti in sofferenza che non sono ancora stati evidenziati nei bilanci. Questo rende assai vulnerabili anche le banche del Regno Unito,  francesi e tedesche attraverso le loro partecipazioni e joint venture con le banche locali in periferia.

Gli investitori stanno ponendosi una domanda: “Come faccio a difendere i miei capitali?“.  La fuga di capitali dai paesi sull’orlo del baratro è una prima risposta, che potrebbe risultare non essere quella definitiva.

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