La débâcle del nichel

L’indebolimento del dollaro durante il mese di febbraio ha aiutato i prezzi di molti metalli industriali a stabilizzarsi. Così non è stato per il nichel che ha continuato la sua discesa.

Il metallo che si è aggiudicato l’Oscar delle peggiori prestazioni nel corso del 2015, sembra intenzionato a ripetersi anche quest’anno.

Nonostante il dollaro si sia indebolito nel mese di febbraio, aiutando la maggior parte dei metalli a recuperare terreno, il nichel ha toccato il suo livello più basso da quasi 13 anni (7.550 dollari). Altri metalli industriali, come lo zinco, il piombo e lo stagno hanno segnato progressi significativi proprio grazie al declino del dollaro americano.

Sul fronte della domanda le cose vanno ancora piuttosto male a causa dei timori degli investitori riguardo alla Cina, dove la domanda di acciaio rimane debole.

Sembra quasi che i produttori di nichel si siano impegnati in una sfida per vedere chi sarà l’ultimo a chiudere bottega

Nel frattempo, non sono stati avviati tagli alla produzione sufficienti a contenere l’offerta. Sembra quasi che i produttori di nichel si siano impegnati in una sfida per vedere chi sarà l’ultimo a chiudere bottega, pur di non ridurre la propria produzione. Perciò, l’eccesso di metallo assume dimensioni spaventose, tali da impedire qualsiasi aumento sostenibile dei prezzi.

Anche se la produzione diminuisse, le scorte di nichel presso i magazzini del London Metal Exchange (LME), che continuano a crescere, annullerebbero l’effetto. Inoltre, la realtà è addirittura peggiore di quanto non appaia guardando i livelli raggiunti dalle scorte LME. Infatti, le eccedenze di metallo accumulate in Cina non compaiono nelle statistiche dell’LME.

Nello stesso modo in cui era stato fatto per il rame, le istituzioni finanziarie cinesi utilizzano il nichel come garanzia per i cosiddetti prestiti ombra, cioè prestiti al di fuori dei canali bancari tradizionali.

La produzione della Russia non riesce a trovare altrettanti consumi nel mercato cinese e, in parte, viene accumulata nei magazzini dello Shanghai Futures Exchange (SHFE), in quantità ben superiori di quanto non mostrano gli inventari ufficiali.

I tempi duri per il nichel non sono ancora finiti.

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