La corsa alla ricerca di tungsteno fuori dalla Cina

C’è un grande fermento e interesse nel settore del tungsteno. Sarà perchè c’è aria di una forte crescita dei prezzi?

Per molti, la predominanza della Cina nel mercato del tungsteno è imbarazzante. La ricerca di fonti alternative è iniziata.

Vista la forte domanda e la crescita dei prezzi del tungsteno negli ultimi anni, alcune aziende  sono state sollecitate a trovare metallo al di fuori della Cina. Poiché aumentano gli investitori che si stanno interessando al tungsteno, è importante che conoscano alcune cose che dovrebbero ricordare quando entrano a far parte di questo mercato. Alcune considerazioni che faremo, sono fondamentali per chi volesse entrare nel mercato del tungsteno acquistando le azioni di società minerarie.

Prezzi depressi prima del 2000

Prima degli anni 2000, i prezzi del tungsteno sono stati depressi per un lungo periodo di tempo. Molti addebitano questa situazione alla Cina, che prima del 2000 aveva inondato il mercato con grandi quantità di tungsteno che era così a buon mercato da farlo sembrare fuori da ogni logica. Tuttavia, dopo decenni di mercato debolissimo, i prezzi sono aumentati e l’interesse per il settore è in grande fermento.

Riuscire a creare nuovi siti produttivi, è una sfida importante che incontra grosse difficoltà a causa degli alti costi e della mancanza di finanziamenti. Molte imprese minerarie si sono invece focalizzate sulla riqualificazione o l’espansione di siti produttivi già esistenti. Per esempio la Metals EMC prevede di riavviare la miniera di Springer negli Stati Uniti. L’azienda ha dichiarato di aver speso più di 20 milioni di dollari per un parziale ricondizionamento della miniera tra il 2006 e il 2008, ma nel 2012 dovrà investire altro denaro. Altre aziende hanno progetti simili in Australia, Perù e Regno Unito.

I prezzi in crescita del tungsteno alimentano l’ottimismo di molte imprese minerarie circa le prospettive in questo settore e molti investitori stanno considerando di entrare a far parte del business.

Il produttore dominante? Sempre la Cina

Non tutti sanno che sotto i 250 dollari/tonnellata la produzione di tungsteno, per molte imprese minerarie, diventa anti-economica. Anche se molti progetti internazionali mirano a incrementare la produzione, la Cina rimarrà il produttore dominante ancora per parecchio tempo. E il rischio è che i cinesi possano influenzare i prezzi, aprendo  siti produttivi che altrove sarebbero anti-economici.

Perciò è bene che l’investitore si concentri sui costi, punto chiave in questo settore. Ai prezzi correnti alcune società minerarie sembrano redditizie. Ma cosa succederebbe alle azioni di queste società se i prezzi calassero? È importante selezionare quelle società che abbiano accordi di vendita, per tutta o per una parte della loro produzione, fissati per tutto l’anno. Questi accordi riducono il rischio di un calo dei prezzi.

Diversamente, per chi entrasse in questo settore acquistando metallo fisico, i rischi sono completamente diversi. La dinamica dei prezzi del tungsteno non è quella di un’azione quotata a Wall Street. La crescita fino ad ora è stata lenta, costante e progressiva (è iniziata dodici anni fa) e nel caso il trend dovesse invertirsi, la velocità del cambiamento è sempre molto lenta se paragonata alle oscillazioni dei mercati finanziari. Se l’andamento di crescita del metallo dovesse cambiare, c’è tutto il tempo per vendere.

Ma fino a quando perdurerà l’attuale squilibrio tra domanda e offerta, il tungsteno è destinato a dare soddisfazione agli investitori.

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