Quello che sta succedendo al tungsteno è un esempio di quanto siano diventati schizofrenici i mercati globali.
Da una parte, in Europa, i prezzi sono stabili (350 dollari per mtu di APT o paratungstato di ammonio), ma i venditori non sono per nulla disposti ad abbassare i prezzi nemmeno di un centesimo. Dall’altra, in Cina, i prezzi sono scesi (330 dollari per mtu), con un “MA” grande come una casa. Infatti, quest’ultimi prezzi sono per materiale ancora in Cina, che per essere trasportato in Europa, nelle condizioni logistiche attuali, può richiedere anche 3 mesi.
Per chi fosse più pratico con le tonnellate anziché con le tonnellate metriche di minerale (mtu), consideri che 350 dollari per mtu corrispondono a 35.000 dollari per tonnellata.
Due mercati: quello europeo e quello cinese
In pratica esistono 2 mercati, quello del tungsteno già in Europa (Rotterdam) e quello del metallo fermo in Cina. La differenza di prezzo tra i due mercati fotografa impietosamente il rischio di ritardi e interruzioni nelle consegne, così elevato perché non sono in molti a poter finanziare materiale per tutto quel periodo di tempo.
Nel frattempo, la situazione nei porti europei rimane sempre critica e Rotterdam, secondo la compagnia di navigazione Maersk, rimane uno dei più gravemente congestionati del nord Europa. A ciò si aggiungono gli scioperi dei lavoratori in corso ad Amburgo, il terzo porto per container più grande d’Europa. I ritardi nei porti europei stanno aggiungendo un mese o più ai tempi di arrivo della merce.
Ci sarà una ripresa economica cinese?
Come nel caso di altri metalli, anche per il tungsteno tutti gli occhi sono puntati verso la Cina. La domanda cinese è stata debole nel secondo trimestre dell’anno a causa dei lockdown legati al COVID-19. Secondo Argus Media, i due importanti produttori Zhangyuan Tungsten e Xiamen Tungsten hanno ridotto i loro prezzi (concentrato di tungsteno e APT) per la prima metà di giugno.
Tuttavia, si sta diffondendo un cauto ottimismo per il nuovo piano di stimolo governativo che ha come obbiettivo quello di rilanciare l’economia. Il piano prevede sgravi fiscali, spese per infrastrutture, nuove politiche monetarie e finanziarie.
Già adesso, la produzione industriale in Cina sta gradualmente riprendendo, cosa che dovrebbe avere un impatto positivo sulla domanda di tungsteno. Inoltre, le esportazioni cinesi di tungsteno a maggio sono aumentate del 16% (dati dell’Amministrazione Generale delle Dogane).
METALLIRARI.COM © ALL RIGHTS RESERVED