Guai seri per gli acquirenti di titanio. Senza il metallo russo, prezzi alle stelle

Il mercato del titanio si trova nel pieno di una grave crisi di offerta. Come faranno i consumatori occidentali senza il titanio russo e ucraino?

Titanio vuol dire industria aerospaziale e, con la guerra tra Russia e Ucraina, sono proprio Airbus (Europa) e Boeing (Stati Uniti) a tremare.

Infatti, ad oggi, esistono solo 4 paesi che sono certificati per la produzione di titanio per l’industria aerospaziale. Si tratta di Russia, Ucraina, Kazakistan e Giappone. Con i primi due paesi praticamente fuori dai giochi nell’immediato futuro, è facile immaginare quali siano le apprensioni per chi deve comprare titanio in questi momenti. Anche perché, come vedremo, le cose si stanno mettendo male anche in Giappone

Airbus punta a far escludere il titanio dalle sanzioni europee

Cominciamo con il dire che il titanio russo e ucraino è fondamentale per l’industria europea e statunitense, soprattutto per quella aerospaziale e per quella militare.

In Europa, un grosso interrogativo riguarda come Airbus potrà colmare le mancanze di forniture di questo metallo. L’azienda, almeno fino ad oggi, non ha chiarito come intenda muoversi anche se sta lottando per riuscire a far escludere il titanio dalle sanzioni europee.

Boeing e gli Stati Uniti sperano nel Giappone

Tuttavia, la minaccia di carenze di forniture è particolarmente grave per gli Stati Uniti, che dipendono dalle forniture russe ed ucraine più per il titanio che per tutti gli altri metalli. Infatti, Russia e Ucraina forniscono agli Stati Uniti una media annua del 37% delle barre e dei cavi di titanio. La sola Russia ha fornito circa il 50% dei prodotti laminati, mentre insieme all’Ucraina si arriva ad oltre l’80% di blumi e lastre.

La maggior parte del titanio statunitense arrivava dalla VSMPO-Avisma, con sede a Verkhnyaya Salda (Russia). Tuttavia, come ha riportato il Financial Times questa settimana, Boeing ha recentemente smesso di acquistare titanio dalla società nonostante quest’ultima sia il suo principale fornitore. Dalle ultime notizie risulta che VSMPO-Avisma sia in realtà un divisione della compagnia statale russa Rostec, che si occupa anche di Difesa.

Come accennato in precedenza, il Giappone è già un importante fornitore di spugne in titanio di qualità conforme al settore aerospaziale. Anche se rappresenta soltanto il 20% circa del mercato globale, il paese fornisce oltre l’80% delle importazioni statunitensi di spugne. E i produttori giapponesi più importanti sono Toho Titanium e Osaka Titanium Technologies.

È incerto come verrà colmata la carenza, ma è certo che i prezzi saliranno

Purtroppo, entrambe queste aziende hanno la capacità produttiva praticamente satura. Secondo il Financial Times, Toho Titanium ha persino dovuto rifiutare gli ordini di importanti clienti americani. Per quanto difficile, se anche il Giappone dovesse riuscire a compensare la mancanza di titanio russo, è certo che lo farà a prezzi assai più elevati, che diventeranno un riferimento per tutto il mercato globale.

Per questo motivo gli esperti ritengono che nei prossimi 2 anni i prezzi del titanio raggiungeranno livelli che non si vedevano da molto tempo, ossia oltre i 25 dollari al chilogrammo.

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