L’Iran non vuole essere da meno del suo eterno rivale, l’Arabia Saudita, anche nel settore dell’alluminio.
L’Arabia Saudita, tramite la Ma’aden (Saudi Arabian Mining Company), ha messo a punto da qualche anno una joint venture con Alcoa, creando il più grande e moderno impianto di alluminio del mondo, a basso costo e completamente integrato, dalla raffineria di allumina alla fonderia e al laminatoio. L’impianto ha raggiunto la piena capacità nel 2015, producendo 740.000 tonnellate di alluminio.
L’Iran, tramite la Amir Sabagh, l’impresa statale per lo sviluppo e la ristrutturazione di miniere ed impianti estrattivi, sta costruendo un nuovo smelter di alluminio da 300.000 tonnellate all’anno, nella provincia meridionale di Bushehr. Attualmente, secondo S&P Global Platts, la capacità produttiva di alluminio dell’Iran è di 457.000 tonnellate all’anno, anche se non del tutto utilizzata.
Quasi tutti i produttori di gas naturale del Medio Oriente hanno investito nella produzione di alluminio, considerato un settore redditizio e facile per chi ha vaste riserve di gas. E l’Iran possiede le seconde più grandi riserve di gas naturale del mondo, pari a quasi il 18% delle riserve globali. Inoltre, gran parte delle riserve di gas è onshore e, quindi, facilmente accessibile.
Anche se l’esportazione di gas naturale liquefatto (LNG) è un business assai redditizio e la costruzione di infrastrutture per altri investimenti è molto costosa, la realizzazione di uno smelter di alluminio può produrre un valore aggiunto più elevato.
Secondo AluminiumInsider, trovare finanziamenti per grossi investimenti è ancora un problema per le imprese iraniane e, per questo motivo, sono stati coinvolti i cinesi della China Nonferrous Metal Industry’s Foreign Engineering and Construction Co.
L’Iran non dispone però di allumina sufficiente per soddisfare le necessità del nuovo smelter, per cui i cinesi sono stati anche coinvolti nel progetto per costruire una nuova raffineria di allumina da 2 milioni di tonnellate all’anno in Asaluyeh, nella provincia di Bushehr. Secondo indiscrezioni, la raffineria utilizzerà bauxite proveniente dalla Alumina Company of Guinea (ACG), di proprietà della Rusal.
Dopo anni di sanzioni economiche internazionali che impedivano al paese di attirare investimenti per sviluppare le proprie risorse naturali, adesso sembra arrivato il momento per accedere a fondi e tecnologie straniere. L’alleanza con la Cina nel settore dell’alluminio è certamente un’opportunità che l’Iran non dovrebbe lasciarsi scappare.
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