Gli investitori scommettono sul rialzo del petrolio

Investitori e banche d’affari hanno preso posizioni lunghe da record sul petrolio. Vinceranno la scommessa o i produttori americani infrangeranno questi sogni?

In Asia i futures del petrolio hanno registrato un balzo in avanti, segno che gli investitori manterranno le posizioni rialziste sulla scommessa che i principali produttori di petrolio taglieranno la produzione.

Al NYME (New York Mercantile Exchange), i futures del greggio sono scambiati a 53,70 dollari al barile. All’ICE Futures di Londra il Brent quota 56,22 dollari al barile. Anche se i prezzi sembrano non oscillare troppo, i dati del Commodity Futures Trading Commission mostrano come gli investitori abbiano aumentato le posizioni lunghe, sia sul Brent che sul WTI, a livelli record.

La scorsa settimana, hedge fund e money manager avevano già aumentato le proprie posizioni lunghe, scommettendo su un rialzo dei prezzi.

La scorsa settimana, hedge fund e money manager avevano già aumentato le proprie posizioni lunghe, scommettendo su un rialzo dei prezzi

Ma da dove arriva tanto ottimismo? Semplicemente dalla considerazione che oltre il 90% dei produttori di petrolio (OPEC e altri 11 paesi) hanno accettato di limitare la produzione. Il patto, firmato lo scorso anno, prevede un taglio della produzione giornaliera di 1,8 milioni di barili.

Secondo Nomura, tutto ciò porterà i prezzi del petrolio a 60 dollari entro la fine dell’anno, nonostante la crescita della produzione negli Stati Uniti. La domanda mondiale di greggio è destinata a crescere a 1,4 milioni di barili al giorno nel 2017 e il mercato potrebbe trovarsi in carenza di circa 2,9 milioni di barili.

Tuttavia, esiste una seria minaccia, che potrebbe mandare in fumo i sogni rialzisti e il suo nome è petrolio di scisto statunitense. Infatti, nelle scorse settimane, le esportazioni di petrolio degli Stati Uniti hanno raggiunto un livello record, con destinazione prevalente nel continente asiatico. I petrolieri americani hanno investito molto per aumentare l’efficienza e per ridurre i costi di produzione e adesso sono pronti per offrire molto petrolio al mercato internazionale.

Ecco perché qualche trader dice che gli Stati Uniti sono una forza contro l’OPEC. Nei prossimi mesi vedremo chi sarà il vincitore di questo braccio di ferro, sempre che la sfida decreti un solo vincitore…

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