Motori al massimo verso i reattori al torio. In sintesi, questo è il programma cinese che riguarda le nuove centrale nucleari per i prossimi anni.
Gli scienziati di Shanghai stanno lavorando a ritmi accelerati per sviluppare il primo reattore al torio entro i prossimi dieci anni.
Inizialmente, il programma era stato pianificato su un tempo di venticinque anni e la spinta proveniva soprattutto dall’esigenza di far fronte alla scarsità di energia. Ma ora l’interesse principale è quello di risolvere il grave problema dell’inquinamento in tutto il paese.
La Cina si è resa conto che se gli attuali consumi energetici, soddisfatti soprattutto grazie al carbone, dovessero raddoppiare, il paese finirebbe per morire di soffocamento a causa dell’aria inquinata. Nel 2013, le centrali elettriche a carbone rappresentavano il 70% dell’energia elettrica della Cina. Il nucleare, invece, rappresenta attualmente circa l’1% dei consumi di energia elettrica e ci sono molte speranze sulla sostituzione del carbone con il nucleare alimentato da torio.
L’attuale premier cinese, Li Keqiang, ha dichiarato una vera e propria guerra all’inquinamento ed è molto probabile che alle dichiarazioni verbali seguiranno i fatti.
Secondo i dati della World Nuclear Association, la Cina ha attualmente 20 centrali nucleari operative e altre 28 in costruzione, un numero che rappresenta quasi il 40% del totale mondiale. Ma i programmi nucleari del paese sono molto più ambiziosi: 60 Gigawatt di energia nucleare entro il 2020 e 150 Gigawatt entro il 2030.
Ma perchè la Cina è così interessata al torio, anzichè al tradizionale uranio? Semplicemente perchè vuole stare sempre un passo avanti ai concorrenti, dal momento che il mercato dell’uranio dovrà affrontare nei prossimi anni una carenza di offerta, non essendoci abbastanza materiale per soddisfare le crescenti esigenze nucleari del mondo (“La Cina guida la corsa verso il nucleare pulito“).
Rispetto all’uranio, il torio è assai abbondante. E poichè lo si estrae dai depositi di terre rare, si può dire che la Cina è praticamente seduta su un oceano di torio. Per questi motivi, la scelta energetica della Cina sembra la strada giusta da percorrere, essendo il torio una risorsa abbondante e quindi in grado di soddisfare la fame cinese di energia.
I sostenitori di questo metallo affermano che il torio è un’alternativa più sicura, più pulita e più conveniente dell’uranio.
L’utilizzo del torio come combustibile nucleare, non è un’idea nuova. Il problema, fino ad ora, è che nessuno è riuscito a mettere in pratica quello che gli studi teorici promettevano. Gli Stati Uniti hanno tentato di sperimentare dei reattori al torio, ma hanno rinunciato a causa dei molti problemi costruttivi e ingegneristici. Ma gli scienziati cinesi sembrano essere più motivati rispetto a quelli americani.
Ad oggi, la scelta dei cinesi è caduta sui reattori Molten Salt Reactors (MSR), una tecnologia che permette di bruciare il torio in una specie di “zuppa” a base di acqua. I problemi non mancheranno di certo, anche perchè non esiste una conoscenza approfondita di come si comporta il torio da combustibile nucleare.
Anche se per gli scienziati cinesi ci saranno molti problemi da affrontare in poco tempo, l’eventuale successo della loro impresa potrebbe cambiare il destino energetico di tutto il pianeta.
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