Da mesi la Apple ha deciso di cancellare Blockchain, una applicazione in vendita su AppStore per comprare e vendere bitcoin, scatenando reazioni indignate da parte dei sostenitori della nuova moneta elettronica.
Nel frattempo, sono sempre di più le persone che sollevano domande circa il valore reale del bitcoin e delle altre criptovalute.
La loro popolarità tra la comunità online come mezzo di scambio digitale, non significa automaticamente che siano un successo o che possano avere una grande utilità.
Anzi, qualcuno teme che possano diventare un bolla auto-alimentata di dimensioni maggiori della cosiddetta bolla internet degli anni 2000. Inoltre queste criptovalute stanno assumendo sempre di più le caratteristiche di una catena di Sant’Antonio su scala globale.
Cosa significa e che conseguenze potrebbe avere? Per rispondere a questa domanda dobbiamo capire cosa sono le criptovalute, di cui il bitcoin è l’esempio più conosciuto.
Una criptovaluta è essenzialmente un mezzo digitale di scambio nello stesso modo in cui lo è il denaro di carta. Più beni e servizi possono essere comprati e venduti con una data criptovaluta e maggiore e più efficiente sarà il commercio e lo scambio della stessa.
Tuttavia esistono caratteristiche uniche per queste valute digitali.
Prima di tutto, a differenza del regolare denaro, il bitcoin non è creato da un unico organismo di controllo, come lo sono invece la Federal Reserve americana (FED) per il dollaro o la Banca Centrale Europea (BCE) per l’euro.
Sono i milioni di possessori di computer che creano i bitcoin, attraverso calcoli matematici molto complessi. Uno dei grandi vantaggi di questo sistema è che non è conveniente riprodurre un bitcoin falso, poichè ci vuole troppo tempo per fare una copia legittima.
La seconda caratteristica, abbastanza singolare, è che tutte le criptovalute contengono le firme digitali all’interno del loro codice. Queste firme registrano sostanzialmente ogni passaggio di mano della moneta, tenendo traccia del suo utilizzo. Ciò rende quasi impossibili le frodi e i furti.
Ottenere bitcoin è abbastanza semplice: si possono acquistare con il denaro tradizionale oppure si possono guadagnare vendendo prodotti o servizi online oppure si possono “minare”, facendo svolgere al proprio computer delle elaborazioni per risolve problemi di crittografia di difficoltà crescente per creare nuovi bitcoin.
Le bolle economiche sono di solito caratterizzate da tre fasi: la crescita, la maturità e lo scoppio. All’inizio, i prezzi del prodotto alla base della bolla sono molto convenienti. La popolarità del prodotto spinge i prezzi a picchi molto alti e infine, per la mancanza di nuovi acquirenti o per una perdita di interesse, la bolla scoppia con i prezzi che precipitano.
Qualcuno non nutre dubbi sul fatto che anche la bolla del bitcoin scoppierà. Infatti, si è dimostrato straordinariamente attrattivo per gli investitori aggressivi, che lo comprano non per usarlo come mezzo di scambio, ma come strumento speculativo. Queste persone si eccitano a comprare bitcoin a prezzi sempre più alti, nella speranza che la moneta continuerà ad aumentare di valore.
Mentre le monete tradizionali hanno un sottostante rappresentato dall’economia del paese che le conia, il bitcoin non è sostenuto da nessuna economia, ne virtuale ne reale.
Questi due fatti, l’aggressività degli investitori assetati di folli guadagni e il fatto che non sia del denaro effettivo, richiama alla mente la sempreverde catena di Sant’Antonio che, grazie a promesse di guadagni favolosi, convince nuove persone ad investire, impiegando come ricompensa il denaro degli ultimi arrivati.
Il combustibile di una catena di questo tipo è la speranza degli investitori che il valore salirà sempre di più. Il valore del bitcoin dipende dalle persone che lo comprano e le persone dipendono dalla fiducia che ripongono sul bitcoin.
Alla fine, il bitcoin o le persone che lo comprano finiranno e … boom, anche questa bolla esploderà!