Un grosso guaio i prezzi del gas per l’acciaio UE. La Russia ne esce illesa

I produttori di acciaio ucraini soffrono già per il boom dei prezzi del gas naturale, ma l’ondata sta per investire tutta l’Unione Europea.

L’onda lunga dell’aumento dei prezzi del gas naturale sta arrivando in tutta Europa.

Gas più importante del rottame

In Ucraina, per esempio, i produttori di acciaio si sono resi conto che il gas è diventato un fattore ancora più importante del rottame. Un po’ tutte le aziende metallurgiche hanno iniziato a sentire gli effetti dell’aumento dei prezzi del gas naturale sui loro costi di produzione a partire da aprile di quest’anno. Ma ad agosto e settembre i prezzi del gas sono saliti a livelli record, coinvolgendo tutti i prodotti siderurgici. Di conseguenza, le aziende hanno trasferito i costi sui consumatori.

Anche le acciaierie europee e turche hanno lanciato l’allarme per gli elevati costi dell’elettricità e del gas, con i prezzi dell’energia che in Spagna e in Italia hanno toccato i massimi storici.

Il problema non sfiora nemmeno la Russia

Ma al di là della frontiera est dell’Ucraina sembra di vivere in un altro mondo. Infatti, le aziende siderurgiche della Russia sono completamente al sicuro da questo problema. La regolamentazione statale del mercato del gas e l’enorme disponibilità di questa risorsa, rende immuni le società minerarie e metallurgiche russe dall’aumento dei prezzi del gas naturale che si sta diffondendo invece in tutta l’Unione Europea (UE).

Nel secondo trimestre del 2021, le spese per l’energia hanno rappresentato il 6% del costo delle vendite di acciaio di Severstal e il 7,6% di MMK, due aziende russe. Si tratta di circa la metà dei costi di elettricità degli stabilimenti europei, che si attestano tra il 10% e il 20%.

Non va dimenticato che i prezzi record del gas portano ad un aumento dei costi dell’energia e, successivamente, al divampare dell’inflazione. Proprio quello che sta accadendo in Europa.

Un grosso guaio per le aziende metallurgiche europee

Per quanto riguarda le aziende metallurgiche, i rincari del gas potrebbero non sembrare un grosso problema visto che non ne consumano molto. Tuttavia, consumano molta energia di cui una quota crescente è energia elettrica che in Europa viene prodotta grazie al gas. Dal 2015 all’anno scorso la quota di carbone termico usato nella produzione di elettricità nella UE è scesa dal 25% al 15%, mentre il gas naturale è salito dal 15% al 20%.

Con l’abbandono del carbone termico per combattere i cambiamenti climatici e il basso numero di fornitori di gas, i prezzi del gas dell’elettricità stanno schizzando verso l’alto in tutta la UE. Anche perché il Vecchio Continente non è più il solo a consumare grandi quantità di gas. Adesso, anche la domanda in Asia è solida.

Il mercato libero per l’energia è davvero la scelta migliore?

Davvero considerevole la differenza tra UE e Russia per quanto riguarda le politiche energetiche. Il mix energetico russo non si è allontanato troppo dal carbone. Inoltre, rispetto alla UE, dove gas ed elettricità sono un mercato libero, la Russia regola i prezzi del gas.

Che la liberalizzazione del mercato dell’energia sia la miglior ricetta per paesi che hanno un sistema industriale sviluppato ed energivoro è ancora da dimostrare. Ad oggi, è certo che l’industria russa, in particolare la siderurgia, ha un enorme vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti europei. Un vantaggio così grande che anche da un punto geopolitico farà la differenza nei prossimi mesi e forse anni.

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