L’Europa vuole contare nella produzione di batterie per EV

L’Europa non vuole più dipendere dalle forniture di batterie dei giganti asiatici. Perciò, costruirà una Gigafactory in Svezia, più grande di quella di Tesla.

L’Unione Europea (UE) è notoriamente una macchina lenta e impacciata, che non brilla mai per la velocità delle sue decisioni. Non per nulla si tratta di un Club dei 27, dove spesso si devono convincere tutti i rappresentanti dei 27 paesi che ne fanno parte.

Ma recentemente, c’è stata un’eccezione.

Come descrive un articolo del prestigioso Financial Times, a riguardo di un settore come quello delle batterie al litio e, quindi, al mercato dei veicoli elettrici (EV), l’Europa ha preso decisioni quasi fulminee.

Indipendente per le batterie per auto elettriche

L’industria automobilistica della UE aveva ipotizzato fino a un paio d’anni fa che le batterie sarebbero diventate un prodotto basilare e, perciò, sono state messe in cima alle priorità per lo sviluppo del settore. Ma sebbene le case automobilistiche abbiano investito miliardi nello sviluppo di modelli e tecnologie per i veicoli EV, il mercato automobilistico europeo rimane quasi totalmente dipendente dalle importazioni di batterie. Una dipendenza significativa, visto che le batterie rappresentano quasi il 40% del valore di un veicolo.

È noto che il settore automobilistico è la spina dorsale dell’industria europea, motivo per il quale una simile esposizione è assai pericolosa. Anche il 3% di batterie che vengono prodotte in Europa, è principalmente ad opera di società di proprietà asiatica.

Come ricorda il Financial Times, la produzione globale è dominata dalla giapponese Panasonic, dalle coreane Samsung e CATL e dalla cinese BYD.

Ma questa situazione sta per cambiare.

Una fabbrica da 4 miliardi di euro

Volkswagen, Goldman Sachs e Ikea hanno stanziato 1 miliardo di euro per una società chiamata Northvolt che creerà il suo primo stabilimento a Vasteras, in Svezia. Sarà una prova generale per un Gigafactory molto più grande a Skelleftea, nel nord della Svezia, dove la produzione dovrebbe iniziare nel 2021.

Con il supporto di finanziamenti della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e aiuti da parte della UE, l’impianto di Skelleftea avrà un costo di 4 miliardi di euro e sarà più grande della Gigafactory della Tesla in Nevada (Stati Uniti). La produzione dello stabilimento svedese sarà sufficiente per 500.000 o 600.000 veicoli elettrici all’anno.

Se qualcuno si domanda perché realizzare una fabbrica a sud del circolo polare artico, lontano dalle fabbriche automobilistiche, la risposta è semplice. L’accesso ad energia idroelettrica a buon mercato consentirà all’impianto di avere costi energetici che saranno da un quarto ad un terzo di quelli disponibili per i suoi concorrenti in Cina.

Tuttavia, per quanto riguarda l’approvvigionamento a monte di tutta la catena, cioè il litio, l’Europa rimarrà lontana dall’autosufficienza.

Attualmente, la spinta verso i veicoli elettrici in Europa è guidata più dalla legislazione che dalla domanda dei clienti. Infatti, il pubblico rimane profondamente scettico sulla capacità delle tecnologie di riuscire a sostituire i motori a combustione interna.

Il mercato si sposterà sui veicoli elettrici durante il prossimo decennio? L’Europa e, soprattutto, i suoi politici ci credono fermamente.

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