Nell’era degli smartphone la produttività è come una lumaca

L’economia dipende dalla crescita della produttività per aumentare gli standard di vita. Perché in un’era di innovazioni senza precedenti la produttività non cresce?

Fin dall’invenzione della ruota, è stata l’innovazione a guidare la crescita economica e la prosperità.

Le nuove invenzioni aumentano la produttività umana che, a sua volta, consente migliori salari e un più alto tenore di vita. Niente di strano che quando la produttività cresce lentamente, o non cresce, ci sia da preoccuparsi.

La lumaca delle lumache: l’Italia

Proprio come sta avvenendo da un po’ di anni in tutto il mondo, ma soprattutto in Italia dove la scarsa produttività è uno dei grandi mali del paese, clamorosamente in fondo a tutte le classifiche a riguardo.

Secondo gli ultimi dati dell’ISTAT, tra il 2000 e il 2016, la produttività italiana è cresciuta soltanto dello 0,4%, contro il 15% registrato in Francia, Regno Unito e Spagna, e il 18,3% in Germania.

Tuttavia, anche se non in forma così drammatica e clamorosa come in Italia, il problema investe anche altri paesi. Un paradosso visto l’epoca di grandi innovazioni tecnologiche che stiamo attraversando.

La produttività negli Stati Uniti aumenta dell’1% all’anno dal 2007. Molto poco se confrontato con quasi il 3% dal 2001 al 2007, il 2% negli anni ’90 e tassi ancora più alti nei decenni precedenti. Anche in Europa, ad eccezione di alcuni paesi come l’Italia e la Grecia, la situazione è simile.

Le rivoluzioni dell’elettricità, della plastica e dei computer

Secondo alcuni studiosi, fino ai nostri giorni, ci sono state tre ondate di produttività guidate da innovazioni rivoluzionarie: l’elettricità e le ferrovie nel 19° secolo, la plastica e le sostanze chimiche negli anni ’30 e i computer negli anni ’90.

Ma nell’era degli smartphone e dei social network, finora, si è assistito ad un calo di produttività. Perché?

A riguardo circolano diverse teorie.

Innanzitutto, si tratta di fenomeni che richiedono tempo. Thomas Edison inventò la lampadina elettrica nel 1879, ma fu solo nel 1935 che si riuscì ad illuminare uno stadio di baseball per il gioco notturno. Steve Jobs e Bill Gates hanno reso popolare il personal computer negli anni ’80, ma il relativo aumento di produttività ha richiesto un altro decennio.

Generalmente, le persone sovrastimano gli effetti a breve termine della tecnologia, ma sottovalutano il suo impatto a lungo termine.

In ogni caso, attualmente, l’innovazione è concentrata in un numero relativamente piccolo di aziende rispetto ai decenni precedenti. Progressi semplici ed economici sono sempre più scarsi e, ai nostri giorni, i nuovi prodotti sono molto più complessi. Nonostante i laboratori di ricerca e sviluppo diventino sempre più grandi, l’innovazione non cresce più velocemente.

Il tempo delle innovazioni è finito?

I pessimisti dicono che siamo in una fase di contrazione dell’innovazione. L’ultimo grande progresso tecnologico che ha avuto una vasta diffusione è stato lo smartphone, ma la giungla di APP che ne sono seguite hanno avuto una rilevanza economica limitata. I social media poi, non sono certo stati uno strumento di produttività. Siamo verso la fine di un boom dell’innovazione che ha raggiunto il picco negli anni ’90 e 2000?

Forse le cose vanno viste con una prospettiva temporale diversa. In fondo ci sono voluti 2 milioni di anni di innovazioni, più o meno, per far arrivare l’uomo a produrre molto di più. Un rallentamento di qualche decennio nella crescita della produttività non è nulla rispetto ai secoli che potrebbero separarci dal prossimo balzo in avanti.

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