L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato che l’epidemia innescata dal nuovo coronavirus in Cina è un’emergenza internazionale per la salute pubblica.
La rapida diffusione del virus, che ha raggiunto almeno 20 paesi, lo ha reso un pericolo mondiale così come lo erano stati Ebola, Zika e H1N1.
L’epidemia di coronavirus, che ha infettato fino ad oggi oltre 34.000 persone, ha interrotto il commercio globale e le catene di approvvigionamento. Inoltre, come riferisce il Wall Street Journal, ha fatto crollare i prezzi delle materie prime e costretto le società multinazionali a prendere decisioni difficili.
Un impatto economico drammatico
L’isolamento della Cina, centro dell’epidemia, sta colpendo tutto il mondo. In Europa, così come negli Stati Uniti e in Asia, i governi stanno applicando nuove norme per bloccare gli accessi dalla Cina, mentre le principali compagnie aeree hanno sospeso i voli.
Il calo della domanda di petrolio, il cui prezzo è sceso del 16% da quando la Cina ha identificato il coronavirus, ha spinto l’Arabia Saudita a convocare una riunione di emergenza dell’OPEC. Due grandi clienti del petrolio saudita, China National Chemical Corp. e Hengli Petrochemical, con una capacità di raffinare petrolio di quasi un milione di barili al giorno, hanno ridotto i loro acquisti.
Da tempo e da più parti sono state espresse preoccupazioni circa l’agricoltura animale in relazione alle città in più forte crescita del mondo. Infatti, circa 700 nuove infezioni derivano dal contatto uomo-animale. La SARS, l’Ebola e persino l’HIV/AIDS appartengono alla categoria di malattie che si sono diffuse tra gli esseri umani, provenendo dagli animali. Anche l’epidemia di coronavirus sembra essere legata al contatto con gli animali nell’ormai noto mercato di Wuhan.
Un brutto momento per l’agricoltura cinese
I nuovi metodi di allevamento degli animali, che prevedono una maggiore concentrazione, hanno notevolmente ridotto il costo delle proteine ma hanno creato un altro problema. Grandi popolazioni di animali domestici cresciute vicino a fitte popolazioni umane e non nelle migliori condizioni sanitarie, sono come degli incubatori di nuovi virus.
La nuova epidemia sta mettendo a rischio le relazioni commerciali già tese tra USA e Cina. Nell’ambito dell’accordo siglato all’inizio del 2020, la Cina è obbligata ad acquistare 200 miliardi di dollari in ulteriori importazioni statunitensi nell’arco di due anni.
Ma il timore di un calo della domanda cinese di determinati prodotti ha ridotto i prezzi di molti prodotti. Ad esempio, il prezzo dei semi di soia ha toccato il livello più basso da maggio 2019, mentre anche i prezzi di mais, grano, petrolio e olio vegetale sono scesi. Ciò significa che la Cina, per rispettare gli accordi con gli USA, dovrà acquisire volumi ancora maggiori di materie prime. Qualcosa di molto difficile dal momento che la domanda è diminuita in tutto il mercato cinese.
Sono in pericolo non solo i rapporti commerciali con gli Stati Uniti, ma anche con altri paesi. Ad esempio, il settore agricolo vietnamita è stato colpito in misura ancora maggiore di quello cinese, visto che la Cina è uno dei principali mercati di esportazione per i prodotti agricoli del Vietnam. Inoltre, a causa dell’epidemia di coronavirus, il Vietnam ha deciso di ritardare le importazioni di alcuni beni dalla Cina, come le patate dolci e i durian.
Gli allevamenti cinesi, una possibile causa dell’epidemia di coronavirus
Anche se la Cina ha fatto enormi progressi tecnologici in tutti i settori chiave dell’industria, quasi la metà dell’allevamento di bestiame si trova ancora in fattorie e cortili tradizionali. Questa promiscuità tra animali per macello, altri animali e uomini è ancora un problema e costituisce un grosso rischio di epidemie. Alta densità di popolazioni umane con la presenza molto prossima di bestiame, facilita il verificarsi di situazioni come quella di Wuhan.
Fortunatamente, le cose sono molto migliorate rispetto ai primi anni ’90. Adesso, infatti, i cinesi hanno accesso all’acquisto di generi alimentari da supermercati e negozi in condizioni di biosicurezza totale. Inoltre, molto probabilmente, ci sarà un cambiamento per quanto riguarda il modo in cui i cinesi si approvvigionano di alimentari.
La lezione del nuovo coronavirus, per quanto dura e drammatica, potrebbe essere benefica per il futuro.
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