L’economia ai tempi del coronavirus: chi guadagna e chi perde

Quarantene e blocchi per contenere il COVID-19 stanno distruggendo alcuni settori economici ma stanno anche favorendone altri.

La lista delle aziende messe in croce dal coronavirus sembra non finisca più. Dai negozi chiusi che non possono vendere alle fabbriche di automobili che non possono produrre, l’economia in tempi di pandemia sta mettendo in grave crisi molti settori, ma non tutti.

Le compagnie aeree, i produttori di beni superflui, i servizi di ristorazione e turistici sono i più colpiti dalle restrizioni. Al contrario, i settori di beni necessari, come il cibo, l’assistenza sanitaria e l’assistenza domiciliare, non riescono a far fronte ad una domanda in piena esplosione.

Economia globale in recessione

Come ben noto, le restrizioni senza precedenti in molti paesi per combattere la diffusione del Covid-19 hanno spinto l’economia globale in recessione. Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), sarà peggiore di quella del 2009.

Mentre la Cina sta gradualmente uscendo dall’emergenza, gli analisti pensano che il comportamento dei consumatori cambierà comunque, rallentando il ritmo della ripresa che si spera inizi nella seconda metà dell’anno.

Tornando a come sono cambiate le abitudini di acquisto dei consumatori, basta pensare alla carta igienica e ai disinfettanti per le mani, andati esauriti quasi subito quando sono state prese le misure di lockdown della popolazione (“state in casa“). È successo in Cina, in Italia, poi nel resto d’Europa e, adesso, anche negli Stati Uniti.

In Italia, nelle prime settimane dell’emergenza coronavirus, i supermercati Coop hanno registrato un aumento del 547% nelle vendite di Amuchina, del 203% per l’alcol denaturato e del 478% per le salviette disinfettanti (+478%).

Le vendite di disinfettanti per le mani, maschere mediche, termometri e disinfettanti per aerosol sono aumentate fino al 319% negli Stati Uniti. In Malesia, le vendite di disinfettanti per le mani sono aumentate di oltre l’800%.

Gli approvvigionamenti di beni di base sono messi a dura prova

I consumatori hanno cominciato a fare scorte di beni di base, rendendo difficile per produttori e rivenditori garantire consegne e rifornimenti regolari. Inoltre, i produttori di beni di consumo di prima necessità si ritrovano con costi di manodopera più elevati, a causa degli incentivi salariali e delle assunzioni supplementari.

Per esempio, Amazon sta assumendo migliaia di lavoratori temporanei per garantire consegne più fluide e una maggiore sicurezza della forza lavoro.

La mancanza di liquidità delle compagnie aeree

Ma chi si trova in condizioni drammatiche sono le compagnie aeree. Secondo la International Air Transport Association (IATA), il settore aereo è alle prese con la crisi più profonda di sempre. Senza salvataggi statali e finanziamenti di emergenza, non riuscirà a rimanere a galla. La maggior parte delle compagnie aeree ha meno di tre mesi di liquidità e questa finirà prima che si torni alla normalità.

Ipotizzando un blocco di tre mesi del viaggio aereo globale, seguito da una graduale ripresa della domanda, la IATA prevede una perdita di fatturato di 252 miliardi di dollari per quest’anno.

Secondo il World Travel and Tourism Council (WTTC), il settore del turismo e dei viaggi subirà una perdita di 2,1 bilioni di dollari nel 2020. Inoltre, 75 milioni di posti di lavoro rischiano di scomparire.

METALLIRARI.COM © SOME RIGHTS RESERVED