La domanda di acciaio è ancora in crescita, ma si prevede un rallentamento, in linea con i cali complessivi della crescita economica globale.
Sono queste le conclusioni dell’ultimo report della World Steel Association (Short Range Outlook), che prevede un aumento dell’1,3% della domanda mondiale di acciaio per quest’anno e un aumento dell’1% per il 2020. Per la cronaca, nel 2018 la crescita era stata del 2,1%.
Ci sarà un armistizio tra Cina e Stati Uniti?
Nel 2019 e nel 2020, la domanda globale di acciaio dovrebbe continuare a crescere, ma i tassi di crescita saranno moderati dal rallentamento dell’economia globale. L’incertezza sui mercati del commercio globale e la volatilità dei mercati finanziari non si sono ancora attenuate e potrebbero comportare rischi al ribasso, anche al di sotto delle previsioni della World Steel Association.
La Cina, sta trattando con gli Stati Uniti per un armistizio nella guerra commerciale. Come noto, l’anno scorso, gli americani avevano imposto 250 miliardi di dollari di dazi sulle importazioni dalla Cina. Un fattore che, insieme ai livelli di crescita cinese, è da monitorare attentamente nel contesto delle tendenze di crescita globale.
Il governo cinese continuerà a stimolare l’economia
Secondo la World Steel Association, la domanda di acciaio della Cina sta aumentando quest’anno grazie alle misure di stimolo del governo. Considerando che la domanda di acciaio cinese continua a decelerare per le tensioni commerciali con gli Stati Uniti, gli stimoli governativi hanno per fortuna attenuato il rallentamento economico nel 2018. E, nel 2019, il governo aumenterà gli stimoli, aiutando la domanda di acciaio a crescere.
Anche nei paesi in via di sviluppo si prevede che la domanda di acciaio continuerà a rallentare. La crescita della domanda aveva raggiunto il 3,1% nel 2017, era scesa all’1,8% nel 2018 e si prevede che scenderà allo 0,3% nel 2019.
La tendenza economica generale circa una domanda più debole, avrà un impatto soprattutto sui settori automobilistico e edile. Il settore auto aveva già registrato un forte rallentamento della crescita nel 2018 in molti paesi, in particolare nella UE, in Turchia e in Cina.
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