Domanda di acciaio meno bene del previsto ma comunque in ripresa

Mentre in Cina la domanda di acciaio rallenta, nel resto del mondo accelera. Nei paesi in via di sviluppo tutto dipenderà dall’avanzamento delle vaccinazioni.

La domanda di acciaio aumenterà, ma non tanto quanto previsto in precedenza.

L’ultimo lavoro della World Steel Association (Worldsteel), intitolato “Short Range Outlook for 2021 and 2022“, prevede che la domanda crescerà del 4,5% quest’anno, raggiungendo 1,85 miliardi di tonnellate. Nel 2022, invece, dovrebbe aumentare del 2,2% a 1,89 miliardi di tonnellate.

In precedenza, era stato previsto aumento del 5,8% per quest’anno e del 2,7% per il 2022.

La domanda di acciaio verso i livelli pre-pandemia

Come molte altre analisi a riguardo, anche secondo la Worldsteel, la diffusione del COVID-19 sarà meno disastrosa rispetto alle ondate precedenti, grazie all’avanzamento dei programmi di vaccinazione. Inoltre, si registra un 2021 con una ripresa della domanda di acciaio più forte del previsto e, anche al di fuori della Cina, dovrebbe tornare ai livelli pre-pandemia prima del previsto.

La ripresa della domanda di acciaio proseguirà anche nel 2022, ma con alcune incognite significative, a partire dall’inflazione, le scarse vaccinazioni nei paesi in via di sviluppo e la decelerazione della crescita in Cina. A riguardo di quest’ultima, la domanda di acciaio dovrebbe diminuire dell’1% nel 2021 a causa dell’andamento negativo del settore immobiliare e, nel 2022, sarà piatta.

Economie in via di sviluppo segnate dalla pandemia per lungo tempo

Nel 2022, per le altre economie in via di sviluppo, tutto dipenderà dall’avanzamento delle vaccinazioni. Si spera che queste economie riescano a migliorare. Tuttavia, è assai probabile che la pandemia lascerà un segno duraturo, con finanze statali indebolite e con l’accumulo di ritardi strutturali.

Guardando invece a come si muoverà il settore immobiliare a livello mondiale, uno dei driver del settore siderurgico, si pensa che quest’anno confermerà una solida ripresa, anche grazie ai bassi tassi di interesse e ai progetti messi in campo dai governi per contrastare gli effetti economici della pandemia. Al contrario, il settore automobilistico rallenterà nel 2022, colpito dalle interruzioni nelle catene di approvvigionamento e da un progressivo calo della domanda.

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