Dimenticate la pensione e preparatevi a lavorare tutta la vita!

Vi piace sentir dire le cose come stanno o preferite crogiolarvi nelle illusioni? Nel primo caso leggete bene questo articolo e preparatevi, perchè per i futuri pensionati i tempi saranno davvero difficili…

Il concetto di pensione è relativamente nuovo. Ai tempi dei nostri bisnonni, smettere di lavorare nella vecchiaia era un privilegio di chi aveva accumulato grandi ricchezze. Tutti gli altri lavoravano fino a quando non erano più fisicamente in grado di farlo.

La Germania fu il primo paese ad avere un sistema di sicurezza sociale, nel 1889. Come avviene oggi, i contributi venivano versati sia dai dipendenti che dai datori di lavoro, con i pagamenti delle pensioni garantiti dal governo.

Sistemi pensionistici come schemi di Ponzi

Nonostante la lunga storia dei sistemi di sicurezza sociale, non a tutti è chiaro che, alla base, c’è un difetto fondamentale. Sono infatti sistemi “pay-as-you-go” che, in termini meno garbati e più brutali, significa che sono schemi di Ponzi. Cioè sistemi i cui benefici non ricadono sulle persone che hanno pagato, ma soltanto sui primi che riescono ad incassare. Infatti, gli schemi di Ponzi, funzionano soltanto fino a quando il numero delle persone che pagano il sistema (i contribuenti) e quelli che ricevono i pagamenti (i pensionati) rimangono più o meno nella stessa proporzione.

Nella maggior parte dei paesi del mondo, non è più così.

In Italia, per esempio, fino a pochi decenni fa c’era un pensionato ogni quattro lavoratori attivi. Secondo le stime più recenti del FMI (Fondo Monetario Inrenazionale), attualmente, abbiamo due pensionati per ogni tre lavoratori, ma nel giro di venti anni avremo un lavoratore per ogni pensionato. La spesa pensionistica ha superato il 15% del PIL (3 punti sopra alla media europea) e il deficit pensionistico, calcolato dall’Istat, è di 900 euro pro-capite, neonati e immigrati compresi.

Non c’è da meravigliarsi se qualcuno prevede che i sistemi di Previdenza Sociale saranno insolventi, e non tra molti anni… Potremmo assistere a scenari del genere già a partire dal 2030. Probabilmente, quando ciò avverrà, le prestazioni assistenziali saranno fortemente ridotte, anche se, si spera, non finiranno del tutto.

Naturalmente, queste proiezioni potrebbero essere eccessivamente ottimistiche, dal momento che le nuove tecnologie stanno distruggendo posti di lavoro ad un ritmo senza precedenti. Negli Stati Uniti, per esempio, i ricercatori dell’Università di Oxford stimano che il 47% dei posti di lavoro scomparirannoo nei prossimi due decenni.

Un nuova carriera dopo la pensione

Anche se dovrebbero essere i nostri politici a dircelo, anziché fare promesse che non possono mantenere, è meglio non illudersi. La previdenza sociale, nel futuro che ci attende, sarà in grado di pagare soltanto pensioni da miseria. Perciò, è necessario creare flussi di reddito alternativi.

La realtà è che, grazie a tempi di vita più lunghi, non si potrà più contare sulla Previdenza Sociale per pagare quello che serve per una vita decente da pensionati. Come facevano i nostri bisnonni, dovremo trovare un lavoro per avere delle entrate. Magari, una piccola attività autonoma o una attività artigianale, dando libero sfogo a capacità o passioni represse durante la prima vita lavorativa.

Non fare nulla dopo la pensione potrebbe essere disastroso, non solo per la salute fisica, ma anche per la propria condizione economica.

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