Mentre la crisi del gas attanaglia l’Europa, crescono i timori per l’alluminio

Chi opera sul mercato dell’alluminio in Europa si trova attanagliato da dubbi e timori come non accadeva da decenni: crollerà la domanda o crollerà l’offerta?

I prezzi dell’alluminio si trovano ormai molto vicini ai 3.000 dollari per tonnellata, quando all’inizio di aprile erano a circa 3.500 dollari. Un salto di quasi 500 dollari in un mese è abbastanza esplicativo del momento eccezionale che stanno attraversando i mercati.

Le preoccupazioni per le forniture di metallo continuano a tenere banco, tanto più dopo che la russa Gazprom ha interrotto le forniture di gas alla Polonia e alla Bulgaria. L’alluminio, così come lo zinco o l’acciaio, è un metallo che richiede molta energia per essere prodotto e, di conseguenza, la grave crisi energetica europea, aggravata dalle sanzioni contro la Russia, crea motivate paure tra gli operatori del settore.

Verso un crollo della domanda o verso un crollo dell’offerta?

A queste incertezze che riguardano sostanzialmente l’offerta, si aggiungono quelle sull’aumento dell’inflazione e sui lockdown e sulle restrizioni in Cina per il COVID-19, che stanno avendo ripercussioni sulla crescita economica globale. Molti metalli base, la scorsa settimana, hanno accusato forti ribassi, anche se con volumi molto bassi.

Anche se i consumatori di alluminio europei si trovano in grosse difficoltà di approvvigionamento, aggravate anche dalla volatilità dei prezzi, gli analisti ritengono che le crescenti tensioni nel settore energetico continueranno a offrire un supporto a lungo termine ai prezzi all’alluminio. I fondamentali del mercato rimangono solidi e i prezzi non dovrebbero crollare nonostante i timori dei consumatori.

Si teme che dopo Polonia e Bulgaria, arrivi il turno di Italia e Germania

È pur vero che quanto sta accadendo in Cina per combattere il COVID-19 sta alimentando le preoccupazioni sulla domanda complessiva di metalli (lo yuan è sceso ai minimi di quasi 17 mesi contro il dollaro), ma è altrettanto vero che la produzione di alluminio in Europa è stata colpita duramente dell’aumento dei prezzi dell’energia.

Se dopo la cessazione delle forniture di gas a Polonia e Bulgaria dovesse arrivare il turno anche dell’Italia e della Germania, l’offerta di molti metalli potrebbe restringersi ulteriormente.

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