Cosa devono attendersi i consumatori di acciaio nel prossimo futuro?

Domanda e offerta sul mercato globale dell’acciaio hanno perso i loro equilibri e l’incertezza regna sovrana. Mentre i prezzi rimangono sostenuti, ecco cosa si possono aspettare i consumatori nel prossimo futuro…

Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, dopo la crisi della catena di approvvigionamento globale e dopo i nuovi lockdown in Cina, capire i mercati è quasi una missione impossibile. Se il tira e molla tra le due forze che fanno il mercato, domanda e offerta, è sempre stato ciclico e, per certi versi, prevedibile, adesso le cose sembrano avvolte in una fitta nebbia.

Prendiamo il caso dell’acciaio, la cui domanda sembrerebbe in calo rispetto allo scorso anno. Orbene, avere forniture di acciaio sufficienti per soddisfare i clienti non è qualcosa di così scontato, tanto che molti si chiedono se la domanda sia davvero in calo.

Ma siamo sicuri che la domanda sia in calo?

Di fatto, quello che abbiamo davanti agli occhi è la dimostrazione che nessuna crisi globale è così grave per distruggere completamente la domanda di acciaio. Dopo un anno in cui i prezzi dell’acciaio hanno toccato i massimi storici e la domanda è cresciuta di un inaspettato 2,1%, molti esperti avevano predetto un rallentamento. Anche la World Steel Association, ad aprile, ha previsto un aumento minimo (+0,4%) della domanda mondiale, con un aumento progressivo fino al 2,2% nel 2023.

Di certo, i prezzi che molti si aspettavano si sarebbero sgonfiati, non ne hanno risentito e hanno invece continuato a spingersi verso l’alto. Può rimanere il dubbio che sia un effetto della riduzione dell’offerta o della crescita della domanda, ma è certo che i costi per chi compra acciaio non si sono alleggeriti.

Per quanto in contraddizione con tutte le previsioni, la realtà testimonia che la domanda rimane forte e, se continua così, darà un forte sostegno ai prezzi, che continuano a beneficiare anche dei problemi di offerta.

Offerta stravolta da cambiamenti senza precedenti

Gli effetti della guerra hanno anche portato a embarghi, sanzioni e boicottaggi sull’energia e sulle materie prime russe. La Russia è al quinto posto nella produzione mondiale di acciaio e le sue esportazioni di metallo e carbone sono state colpite dalle sanzioni dell’Unione Europea. Come se non bastasse, la Cina, che produce circa il 56% dell’acciaio grezzo mondiale, è ritornata in lockdown per il COVID-19, con la produzione siderurgica in drastico calo.

Di contro, sembra che l’India potrebbe farsi spazio sul mercato globale e guadagnare quote di mercato, fornendo metallo per sfamare la domanda. Secondo un rapporto dell’India Brand Equity Foundation (IBEF), la produzione di acciaio grezzo del paese, quest’anno, dovrebbe aumentare dell’8-9% anno su anno.

Ma quali conclusioni trarre da questa panoramica? Innanzitutto, anche gli esperti si trovano a dibattersi in un’incertezza senza precedenti, soprattutto per quanto riguarda la domanda globale. Probabilmente, è del tutto prematuro fare il funerale ai prezzi dell’acciaio in base alle incerte previsioni sul calo della domanda. La composizione della domanda e dell’offerta sul mercato globale stanno cambiando radicalmente, ma per vedere gli effetti sui prezzi dei nuovi equilibri ci vorrà tempo.

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