Si potrebbe discutere a lungo sui rischi della democrazia quando viene esercitata attraverso strumenti diretti come il referendum e su temi complessi come quelli economici, soprattutto se in periodi di crisi e di instabilità, mentre l’infelicità delle persone tende a privilegiare le scorciatoie a breve termine rispetto a soluzioni che abbracciano il bene di un paese in un ottica più generale.
D’altronde, la pratica referendaria è la pretesa di volere distillare questioni complesse in una semplice scelta. Data la complessità delle questioni economiche di una nazione, il cittadino medio difficilmente ha le conoscenze o il tempo per prendere una decisione informata su ciò che è meglio per lui e per tutta la nazione.
La Brexit sembra un caso esemplare di tutto ciò. I britannici, in un contesto economico locale negativo, pensano di risolvere i loro problemi accusando gli stranieri che attraversano i loro confini grazie alla mancanza di frontiere tra stati dell’Unione Europea, di essere i responsabili delle difficoltà economiche inglesi.
Tuttavia, la scelta del Regno Unito di abbandonare l’Unione Europea è ormai definitiva e non ci rimane che concentrarci su cosa questo significherà per il mercato dei metalli industriali.
A breve termine il dollaro americano è atteso rafforzarsi, cosa già in atto in questi giorni, insieme al crollo della sterlina e alla discesa dell’euro. Come ben sanno gli operatori del settore, un dollaro forte non è mai una buona cosa per i prezzi dei metalli. Più il dollaro si rafforza e più le materie prime si indeboliscono.
È probabile che l’euro e la sterlina inglese continueranno a scendere nei prossimi mesi, mentre i mercati iniziano a rendersi conto dei rischi di altri referendum per l’Europa nel suo complesso.
All’indomani della Brexit, sui mercati azionari globali abbiamo assistito a vendite diffuse e generalizzate, in un clima di incertezza e con i profitti delle imprese in calo. Anche se la correlazione tra mercati azionari e prezzi dei metalli non è sempre forte, è difficile immaginare un’aumento dei prezzi dei metalli industriali mentre le persone perdono la loro fiducia nell’economia e mentre i mercati azionari crollano.
Insomma, nel breve termine è assai probabile che assisteremo ad una discesa dei prezzi dei metalli e delle materie prime in generale.
E nel medio termine? Certo è sempre difficile fare previsioni lontane ma vale comunque la pena arrischiare qualche ipotesi, Come quella di immaginare che la Federal Reserve americana (FED), per tenere a bada un dollaro troppo forte, decida di portare i tassi in territorio negativo, come altre banche centrali hanno già fatto di recente. In un simile scenario, il dollaro potrebbe indebolirsi contribuendo a rilanciare i mercati dei metalli industriali, con i prezzi che recuperano terreno.
Tuttavia, al di là della Brexit, il vero grande nodo da risolvere per il mercato è quello di una significativa riduzione delle quantità prodotte. Fino a che ciò non avverrà, è illusorio attendersi prezzi in salita duratura.
Certamente, i prossimi mesi saranno difficili per tutti gli acquirenti di metalli industriali, che dovranno monitorare con estrema attenzione tutti gli umori di un mercato sempre più volatile.