Per chi ricorda i tempi di quando l’Italia era un paese competitivo, con un sistema produttivo che segnava nuovi record ogni anno che passava, quando viene pubblicato il Global Competitiveness Report è come ricevere una pugnalata dritta al cuore.
Cosa che è successa regolarmente anche quest’anno, quando il World Economic Forum ha fotografato il panorama competitivo di 138 economie in tutto il mondo, per mettere a fuoco la produttività e la prosperità di ogni paese preso in esame.
L’ultima edizione dello studio rileva come lo stimolo monetario messo in atto da molti paesi non sia sufficiente a sostenere la crescita economica globale, minacciata invece dalla mancanza di riforme per aumentare la competitività. Inoltre, è sempre più evidente come gli investimenti in innovazione e in pratiche commerciali nuove siano altrettanto importanti alla pari di quelli in infrastrutture.
L’edizione 2016-2017 del Global Competitiveness Report incorona Svizzera, Singapore e Stati Uniti come le tre economie più competitive del mondo, relegando l’Italia in quarantaquattresima posizione, alle spalle di paesi come la Lituania, la Polonia, l’Azerbaijan, la Corea, l’Indonesia, l’India, la Malesia, la Thailandia, solo per citarne alcuni. Rispetto all’edizione precedente, il peggioramento è stato di una posizione.
I fattori che creano più problemi per chi vuole fare business in Italia? Troppa pressione fiscale, inefficienza della burocrazia, difficoltà di accedere al credito, normative fiscali incomprensibili, regolamentazione eccessiva del mercato del lavoro e, dulcis in fundo, alti livelli di corruzione.
Comunque sia, la classifica della competizione su scala globale (prime 21 posizioni) è quella che segue.
SVIZZERA
2SINGAPORE
3STATI UNITI
4OLANDA
5GERMANIA
6SVEZIA
7REGNO UNITO
GIAPPONE
9HONG KONG
10FINLANDIA
11NORVEGIA
12DANIMARCA
13NUOVA ZELANDA
14TAIWAN
CANADA
16EMIRATI ARABI
17BELGIO
18QATAR
19AUSTRIA
20LUSSEMBURGO
21FRANCIA
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