I prezzi del minerale di ferro sono rimbalzati da un disastro all’altro per tutto il 2014 e per il prossimo anno le speranze sono riposte sugli acciai speciali per i materiali da costruzione.
I prezzi del minerale di ferro sono scesi di circa il 50% e hanno raggiunto il minimo di cinque anni a 73,59 dollari per tonnellata, penalizzati dall’indebolimento della domanda cinese e da un eccesso di produzione.
I principali produttori continuano ad aumentare la produzione in una corsa senza fine verso l’alto, con l’effetto di creare vittime in tutto il mondo tra le realtà produttive.
Nel 2014 Rio Tinto e BHP Billiton si sono fatte la guerra a chi produceva metallo al costo più basso. Tutti hanno ridotto gli investimenti, ma hanno aumentato la produzione.
Anche l’altro gigante del settore, la Vale, ha intenzione di aumentare le sue esportazioni di circa 20 milioni di tonnellate nel 2015.
La Cina è stata tradizionalmente un grande consumatore di minerale di ferro, ma nel mese di novembre ha visto le importazioni scendere del 15% e nel 2015 le previsioni di crescita per il gigante asiatico si sono ridimensionate al 7%.
Per qualche osservatore, le previsioni sulla crescita cinese sono ancora incredibilmente alte in termini di consumo di acciaio.
L’economia dell’Australia, il più grande esportatore di minerale di ferro del mondo, ha accusato un duro colpo dalla crisi del mercato del minerale di ferro e la stessa moneta nazionale, il dollaro australiano, è stato trascinato verso il basso.
Tuttavia, esistono fondate speranze che durante il 2015 il consumo di ferroleghe e di acciai speciali potranno trascinare il mercato. L’industria automobilistica ha visto un aumento della domanda che si prevede continuerà per tutto il 2015, aiutata anche dalla caduta dei prezzi del petrolio che rendono più conveniente il carburante per autoveicoli.
Certamente, si tratta di prodotti che richiedono una quantità inferiore di minerale di ferro, ma leghe più costose. Perciò le ferroleghe e gli acciai speciali utilizzati per l’elettronica, l’automotive, gli elettrodomestici e altri beni di consumo sono potenzialmente alla vigilia di un boom di produzione.