Cercate un’economia in piena espansione? Andate in Georgia…

Il PIL della Georgia sta crescendo a due cifre e la sua valuta si è rafforzata come non mai. Tutto merito della guerra in Ucraina.

Economia in piena espansione, crescita del PIL a due cifre, valuta nazionale più forte che mai e denaro che continua ad affluire.

Sembrano racconti di altri tempi ma, in Georgia, con decine di migliaia di russi che arrivano da quando è iniziata la guerra in Ucraina, i dati mostrano che l’economia è in piena espansione.

100mila russi arrivati negli ultimi nove mesi

Un gran numero di emigrati russi sono arrivati nelle grandi città della Georgia e la valuta locale, il lari georgiano, si sta costantemente rafforzando e, ad oggi, viene scambiato a circa 2,7 per dollaro rispetto a 3,1 prima della guerra.

Non ci sono cifre ufficiali sul numero totale di coloro che sono venuti dalla Russia in questi ultimi 9 mesi ma, secondo i funzionari del governo georgiano, sono intorno ai 100.000, ovvero quasi il 3% della popolazione del paese. Anche se è difficile distinguere le cifre relative ai migranti da quelle relative ai turisti poiché le politiche di immigrazione della Georgia consentono ai cittadini russi di trascorrere un anno nel paese senza visto, quel che è certo è che gli effetti economici si sentono positivamente.

Secondo la Banca Nazionale della Georgia, i cittadini russi e bielorussi che sono arrivati a causa della guerra contribuiranno con altri 500 milioni di dollari all’economia georgiana di quest’anno, circa il 15% di tutte le entrate connesse alla migrazione e al turismo.

Nuovi conti bancari, nuovi depositi e nuove aziende

Più di 45.000 cittadini russi hanno aperto nuovi conti nelle banche della Georgia, mentre i depositi di cittadini russi sono quasi triplicati rispetto a prima della guerra, aumentando di circa 445 milioni di dollari (dati dell’Institute for Development of Freedom of Information). Inoltre, da marzo a settembre sono state registrate in Georgia 9.500 nuove società russe, dieci volte di più che in tutto il 2021.

Il Fondo Monetario Internazionale, aveva previsto una crescita del PIL nazionale del 5,4% nel 2022, rettificato al 3% dopo l’inizio della guerra. Adesso, invece, l’FMI prevede una crescita del 10% per quest’anno.

Effetto “una tantum”?

Purtroppo, a rovinare in parte la festa, è arrivata l’inflazione che l’FMI prevede al 10,5% per il 2022. Ma oltre all’inflazione, l’afflusso di russi ha portato a drammatici aumenti degli affitti.

In ogni caso, l’unico dubbio che hanno adesso gli economisti riguarda la durata di questo effetto guerra per l’economia della Georgia. Sarà un fenomeno passeggero o gli effetti potrebbero durare più a lungo? Ovviamente dipenderà molto dalla situazione geopolitica. Se tornerà nella normalità un gran numero di migranti potrebbe rimanere in Georgia anche nel lungo termine.

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