Siamo continuamente bombardati da dati e statistiche, quasi in tempo reale, sull’andamento economico globale e di paesi che sono considerati i principali attori delle sorti economiche mondiali.
Tuttavia, qualche volta, può essere interessante dare uno sguardo a molti dati economici in una prospettiva meno contingente, guardando indietro nella storia per capire la traiettoria che hanno percorso le nazioni moderne, partendo dalle loro origini più antiche.
Guardando la storia focalizzando l’attenzione sui principali sviluppi sociali, sulle relazioni tra paesi, sulla nascita e tramonto di imperi, guerre e catastrofi, si ottiene l’effetto indesiderato di vedere le cose con dei colori più forti del naturale, molto diversi dai colori della vita quotidiana dell’antichità.
Ma se riportiamo l’orologio del tempo all’anno zero, l’anno della nascita di Gesù Cristo, e guardiamo l’economia mondiale un pò come siamo abituati a vedere le economie attuali, riusciamo ad avvicinarsi di più alla realtà dell’antichità e ad avere una nuova chiave di lettura della storia.
In questo non facile compito si è cimentato l’economista inglese Angus Maddison, con la sua monografia intitolata “Contours of the World Economy, 1-2030 AD”, che ha convertito le stime di grano prodotto, che costituiva anche la più importante merce di scambio dell’epoca, in una valuta ipotetica riportata al dollaro americano del 1990.
Da queste valutazioni è stato calcolato il PIL pro-capite per nazione che ci può dare un’idea concreta di come si svolgesse la vita nei paesi del mondo durante l’anno zero.
La graduatoria delle nazioni più ricche della Terra nell’antichità è abbastanza sorprendente.
1ITALIA (809 dollari di PIL pro capite)
“Tutte le strade portano a Roma” riassume molto bene come l’immenso impero romano ruotasse attorno a Roma. Con mezzi e opere logistiche che potevano rivaleggiare con quelle costruite molti secoli dopo, il PIL di Roma era probabilmente quasi il doppio rispetto alle regioni confinanti. Il grande potere economico dei romani può essere attribuito ad un numero infinito di fattori storici, tra cui diverse vittorie militari oltre all’indebolimento delle città-stato della Grecia nel secondo secolo A.C.Le disuguaglianze economiche non erano eccessive, se paragonate a quelle di molte economie moderne: i più ricchi, che costituivano l’1,5% della popolazione, detenevano circa il 20% della ricchezza complessiva.
2SPAGNA (498 dollari di PIL pro-capite)
Come la Gallia Celtica, la Spagna, o più precisamente la penisola iberica, era un soggetto frammentato occupato da Iberi, Celti e Cartaginesi, prima che Roma la conquistasse completamente nel 19 A.C. L’economia della penisola iberica, rinominata Hispania, era più importante di quella francese grazie al commercio sviluppatosi lungo le coste mediterranee e ad un alto grado di integrazione con le abitudini, le leggi, la religione e la cultura dei romani.
3FRANCIA (473 dollari di PIL pro-capite)
Poco prima dell’inizio del millennio, la maggior parte della Francia attuale era sotto la regione della Gallia Celtica, che comprendeva anche l’attuale Lussemburgo, Belgio, la maggior parte della Svizzera, il Nord Italia, parte dei Paesi Bassi e la Germania. All’epoca l’enorme ricchezza romana investiva anche la Francia, con la costruzione della prima strada romana in Gallia, un percorso vitale che collegava l‘Italia alla Spagna.
4BELGIO, PORTOGALLO, CINA e INDIA (450 dollari di PIL pro-capite)
Come gran parte dell’Europa, il Belgio e il Portogallo appartenevano all’impero romano. La Cina era invece sotto la dinastia Han mentre l’India sotto la dinastia Satavahana dove i piccoli agricoltori proprietari terrieri costituivano quella che oggi potremmo chiamare una classe medio-alta.
5AUSTRIA, PAESI BASSI e SVIZZERA (425 dollari di PIL pro-capite)
Questi tre paesi erano delle appendici dell’Impero Romano. Per l’economia dell’Antica Roma, erano considerati paesi sottosviluppati, con un’agricoltura di sussistenza che forniva il cibo alla maggior parte degli abitanti. Il commercio e le altre attività economiche erano poco sviluppate.
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